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Presentato al Teatro dell’Arca il libro che racconta il Mediterraneo

Lunga fila ieri pomeriggio davanti all’entrata del Carcere di Marassi per la presentazione del  libro Mare aperto (Einaudi Editore) di Luca Misculin, giornalista del Post. La presentazione era prevista alle 18,30 al Teatro dell’Arca, che ha sede all’interno del penitenziario.

C’è stato un ritardo di mezz’ora dovuto come sempre ai controlli dei vari documenti dei partecipanti, ma alle 19 è iniziato il colloquio tra l’autore ed il presentatore Matteo Bordone, giornalista anche lui, autore e conduttore radiofonico e televisivo, a lungo a Radio2.

“Il titolo del libro dice qualcosa di implicito – ha esordito Bordone – in quanto il mare è di fatto aperto e fatto di aperture”, a cui l’autore ha risposto: ”Io non volevo fare un libro sul Mediterraneo come hanno fatto altri, in cui si tende a raccontare il Mediterraneo come un mare di contatto, perchè la trovo una prospettiva riduttiva. Quello che rende unico il Mediterraneo è la sua unicità. Mi spiego meglio: il Mediterraneo attraversa zone diverse nel mondo. Pensiamo a Lampedusa, un’isola caraibica piantata nel mare…e poi c’è Pantelleria, un’isola vulcanica… Nell’abisso di Calipso potrebbe essere contenuto il Monte Bianco al contrario!” insomma un mondo meraviglioso aggiungiamo noi, a cui si aggiunge la peculiarità dei popoli che lo abitano. ”Tutta questa diversità si manifesta anche nell’umanità – spiegava Misculin- il Mediterraneo è crocevia di scambi di persone, ma anche mare di morte, soprattutto per chi parte da sud, dal Nord Africa”.

E da qui è partito il racconto riguardante la sua esperienza sulla nave Geo Barents, nave norvegese riadattata per le operazioni di ricerca e soccorso, utilizzata da Medici senza frontiere nel mar Mediterraneo centrale da maggio 2021 a dicembre 2024. “Avevo un grande desiderio di sperimentare in prima persona l’esperienza della Geo Barents  – ha detto l’autore – una nave lunga 77 mt e larga 20 a cui si può accedere soltanto salendo da una scaletta di due metri, provvista di 12 angusti scalini. Cosa non facile per chi ha difficoltà motorie, come molti dei migranti. Mi ha portato a bordo un taxi motoscafo. Sono rimasto all’interno 3 settimane”.

Quello di Mare aperto di Misculin è il racconto di una storia millenaria, di un mare che può essere un ponte ma anche una barriera invalicabile. Sin dagli uomini preistorici vi era desiderio e paura di attraversare quelle onde oscure, sin dall’età del bronzo.

Ma poi qualcuno il coraggio lo trova e partono i flussi migratori che da nord vanno verso sud, pensiamo agli italiani che furono spediti in Libia dal regime fascista, o quelli che da sud vanno verso nord, come le migliaia di persone che oggi si affidano a traversate rischiosissime in cerca di una nuova vita o anche solo della sopravvivenza.

Luca Misculin fa un vero e proprio carotaggio storico, raccontando la stratificazione di popoli, uomini e miti che si sono succeduti nel corso dei secoli. E allo stesso tempo racconta il Mediterraneo di oggi, le sue isole e i suoi porti, i suoi uccelli migratori e i cavi sottomarini che lo attraversano, i suoi luoghi più inaccessibili. Indubbiamente un testo da leggere. Francesca Camponero

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