Un mare di speranza per le nuove generazioni: Genova al centro della rinascita del Mediterraneo
È nel segno delle nuove generazioni e del dialogo che si è aperta a Genova la Genoa Shipping Week 2025, la settimana dedicata alla portualità e alla logistica internazionale che riunisce nel capoluogo ligure oltre 3.500 operatori e decisori provenienti da cinque continenti. L’edizione di quest’anno si è aperta con un messaggio chiaro e potente: “Ricostruiamo il Mediterraneo”. Un invito alla collaborazione e alla pacificazione che, nelle intenzioni degli organizzatori, vuole diventare anche un piano concreto di sviluppo economico per l’intera area mediterranea.
Secondo gli esperti internazionali di intelligence economica, la grande operazione di ricostruzione dei Paesi del Medio Oriente è ormai avviata. Le prime navi porta-container stanno attraccando nei porti siriani, mentre sono in corso gare per la riqualificazione di interi distretti urbani e contratti per la fornitura di grandi impianti energetici. La prospettiva di una pacificazione nella Striscia di Gaza, seppur ancora fragile, rappresenta il primo tassello di una reazione a catena che potrebbe ridisegnare le rotte dei traffici marittimi.
Il Mediterraneo torna protagonista
Dopo decenni di marginalità, il Mediterraneo torna al centro dell’interscambio mondiale. Cemento, materiali da costruzione, attrezzature sanitarie, prodotti alimentari: sono solo alcune delle merci che si prevede attraverseranno il mare nostrum in quantità sempre crescenti. Il presidente di Assagenti, Gianluca Croce, lo ha sottolineato con forza durante la cerimonia di apertura: «Genova, Savona, La Spezia e gli altri porti italiani hanno di fronte una potenzialità di sviluppo probabilmente unica nella storia dell’interscambio mondiale». Non si parla, dunque, di una competizione diretta con i grandi hub del Nord Europa, ma di un nuovo equilibrio, dove l’Italia può finalmente tornare a essere una piattaforma logistica strategica tra Europa, Africa e Asia.
Il porto come motore di lavoro e crescita
Dietro il linguaggio tecnico dello shipping si nasconde una grande opportunità sociale: il lavoro. Lo sviluppo dei traffici marittimi può generare un effetto moltiplicatore sull’occupazione di proporzioni enormi. Secondo le stime presentate da Assagenti, un aumento di un milione di container movimentati nel porto di Genova potrebbe creare fino a 40.000 nuovi posti di lavoro tra diretti e indotti. La costruzione della nuova diga foranea, che consentirà l’accesso delle navi più grandi, è solo l’inizio di un piano infrastrutturale destinato a trasformare il volto della città.
L’ampliamento delle aree portuali e logistiche, insieme ai nuovi collegamenti ferroviari, genererà un indotto occupazionale stimato in oltre 8.000 addetti entro il 2030 solo nel settore container. E se si allarga lo sguardo a tutte le attività portuali, lo studio realizzato da Prometeia indica che i porti di Genova e Savona potrebbero contare su circa 37.000 posti di lavoro diretti e indiretti nei prossimi cinque anni. Numeri che raccontano di un futuro possibile, in cui il mare diventa nuovamente risorsa di sviluppo e non solo linea di confine.
I giovani e il futuro del cluster marittimo
Non è un caso che il tema scelto quest’anno sia proprio quello del futuro. Per Gianluca Croce, il porto è un “incubatore di occupazione”, un luogo dove si costruisce concretamente il domani dei giovani. Ma perché ciò accada, serve un coordinamento sempre più stretto tra scuola, formazione, imprese e istituzioni. La Shipping Week diventa così anche un laboratorio di idee, con incontri dedicati alla formazione, alla sostenibilità e all’innovazione tecnologica.
Dai Magazzini del Cotone del Porto Antico, cuore storico della Repubblica Marinara, è partito un messaggio che va oltre l’economia: la necessità di costruire un Mediterraneo di pace e collaborazione. «Non è un caso – ha ricordato Croce – che abbiamo scelto di rivolgerci ai giovani. Genova e le altre città portuali devono riscoprire il loro tesoro, che è nella storia e nella capacità di tornare protagoniste sulle rotte del mondo».
Il porto come simbolo di rinascita
I dati raccontano una progressione impressionante. Nel 1975 il porto di Genova movimentava 25 milioni di tonnellate di merci e mezzo milione di passeggeri, con 15.000 addetti. Vent’anni dopo, nel 1995, le tonnellate erano salite a 35 milioni, i passeggeri a 1,2 milioni e gli occupati a 25.000. Oggi, con oltre 52 milioni di tonnellate e 2,5 milioni di passeggeri, l’occupazione supera le 65.000 unità, di cui 11.500 dirette in banchina e nei terminal. È il segno tangibile di un settore in costante evoluzione, che continua a generare valore, ricchezza e prospettive.
La Genoa Shipping Week 2025 non è dunque solo una vetrina internazionale del settore marittimo, ma un luogo dove si disegna la geopolitica del futuro. La sfida che parte da Genova è quella di un Mediterraneo pacificato, interconnesso e sostenibile, dove la ricostruzione diventa sinonimo di speranza. E dove il mare, ancora una volta, unisce più che dividere.
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