“Quello che è successo ieri durante il consiglio comunale di Genova è molto grave, prima di tutto per la rispettabilità dell’istituzione. Forse è ancora più grave di quando si è permesso al consigliere del Pd Claudio Chiarotti di minacciare il nostro capogruppo Alessandra Bianchi, con la frase d’odio: ‘Vi abbiamo già appeso a testa in giù una volta’.
Ieri le parole dell’intervento del capogruppo di Avs Francesca Ghio sono state molto gravi e la successiva pesante accusa di essere stata ‘aggredita’ da alcuni consiglieri del centrodestra e ‘vittima di violenza’ a Palazzo Tursi getta un’ombra mefitica su tutta la sala Rossa.
Questi sospetti e veleni sono intollerabili e quindi va fatta chiarezza. Immediatamente”.
Lo ha dichiarato oggi il deputato genovese e coordinatore ligure di FdI Matteo Rosso, dopo che ieri l’esponente di Avs a Tursi ha in sostanza dichiarato che la martire delle foibe e Medaglia d’Oro al Valor Civile Norma Cossetto era solo una “fascista”, scatenando la bagarre a Tursi e la dura presa di posizione dei consiglieri di centrodestra che hanno abbandonato l’aula.
Francesca Ghio ha poi denunciato pubblicamente di essere stata aggredita da alcuni colleghi, in particolare di Vince Genova, i quali però in serata hanno diramato un comunicato in cui le hanno chiesto di ritirare le accuse o, altrimenti, di essere pronti a presentare querela per diffamazione.
Tuttavia, senza verificare adeguatamente i presunti fatti, la sindaca Silvia Salis non si è dissociata dalla grave frase pronunciata su Norma Cossetto (torturata, stuprata e uccisa dai partigiani titini) e ha preso subito le parti di Francesca Ghio, nota anche per avere denunciato di avere subìto una violenza sessuale per cui, però, la Procura di Genova ha ritenuto di procedere all’archiviazione dell’inchiesta giudiziaria sui presunti fatti riferiti.
“Sento quindi il dovere – ha aggiunto Rosso – di chiedere che sia fatta la massima chiarezza da chi è super partes. Per questo ho chiesto ad Alessandra Bianchi di farsi promotrice per l’istituzione di una commissione di inchiesta indipendente che faccia luce su quanto accaduto ieri a Tursi.
Le istituzioni vanno tutelate e rispettate, lo dobbiamo fare perché i cittadini devono avere la certezza che dentro il consiglio comunale di Genova, così come nelle altre aule istituzionali, c’è spazio per il dibattito, anche aspro, anche acceso, ma non per la violenza che essa sia verbale o fisica.
Ecco perché chiedo una commissione che sia super partes e autorevole. La nostra proposta è che sia presieduta dal Difensore civico.
L’imbarbarimento del confronto e l’odio politico sono una realtà e denunce come quella di Francesca Ghio vanno verificate attentamente.
La responsabilità di valutare con obiettività quanto successo ieri non può essere affidata a un sindaco come Silvia Salis, che è troppo faziosa e va a braccetto con la sinistra massimalista, ma va cercata da una figura che sappia rappresentare le istituzioni con equilibrio e rigore.
Ormai il dibattito politico vive di solo odio con denunce costanti e che portano a conseguenza pericolose. Non possiamo avallare questa deriva.
Prendo per esempio quanto denunciato ieri dal presidente del consiglio Giorgia Meloni che è stata chiamata in giudizio perché complice di genocidio. Un’accusa tanto assurda quanto irreale che deriva, però, dal costante bombardamento mediatico di chi avvelena i pozzi e di un’opposizione irresponsabile.
E fino a che ci si limita alla denuncia è un fatto grave, ma la mia paura è che qualche testa calda possa andare ben oltre. Di casi simili purtroppo ne abbiamo visti. Ecco perché è esiziale oggi, cercare la verità anche nel consiglio comunale di Genova”.