“In sei mesi Genova è tornata indietro di 8 anni. Siamo alla riedizione della giunta Doria dove a dettare legge era la politica più ideologica e non si faceva nulla, se non danni. Oggi come allora la città è più sporca, più insicura e sempre più bloccata con provvedimenti che guardano più all’impatto mediatico che non ai bisogni dei genovesi”.
Lo ha dichiarato oggi il deputato genovese e coordinatore ligure di FdI Matteo Rosso, commentando i primi 6 mesi della nuova amministrazione.
“Prendiamo – ha sottolineato Rosso – l’ultimo provvedimento sbandierato ieri e cioè l’educazione sessuo-affettiva negli asili. Una scelta che mi vede contrario come padre, ma anche come politico perché a 3 anni lo Stato, né tantomeno il Comune, non può sostituirsi alla famiglia che, come ha detto ieri la premier Giorgia Meloni, è il luogo primario dell’educazione dei figli e la scuola è un’alleata dei genitori.
Ma per il sindaco di Genova, purtroppo, non è così. E come per l’immediato riconoscimento delle coppie omogenitoriali, anche in questo caso si è cercato l’effetto mediatico.
Silvia Salis, poi, continua ad aumentare le tasse colpendo quel ceto medio che è spina dorsale della Nazione e anche di Genova. E non dica che l’aumento della soglia di esenzione da 14mila a 15mila euro è un successo perché non lo è.
In sintesi, oggi Genova non è la città del ‘dissenso’ come dice Silvia Salis, ma del ‘no’ a tutto, in primis le opere più importanti per la città, del perenne ma inesistente ‘pericolo fascismo’ e delle purghe a dirigenti e partecipate del Comune. L’ultima quella nei confronti del Cda di Amiu.
Benvenuti nel ‘già domani’ di Genova, un futuro che sa di passato”.



















































