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Candia: no inceneritori in Liguria, ridurre rifiuti e aumentare recupero materiali

Capogruppo regionale Selena Candia (Avs)

“Chiudere il ciclo dei rifiuti è necessario. Ma ci sono modi economicamente e ambientalmente più vantaggiosi di un inceneritore. Ridurre i rifiuti, recuperare materiali vecchi per nuovi usi e creare nuovi posti di lavoro sono gli obiettivi della nostra proposta di legge sull’economia circolare. Così vogliamo dare una risposta contemporanea e vincente per chiudere il ciclo dei rifiuti”.

Lo ha dichiarato oggi la capogruppo regionale Selena Candia (Avs) annunciando la presentazione di una proposta di legge condivisa con tutta la minoranza di centrosinistra per la promozione dell’economia circolare “che sarà presto depositata”.

“Si tratta di un atto – ha aggiunto Candia – che assume grande importanza in un Paese povero di materie prime come l’Italia, e in una regione con porti da dove possono partire i materiali recuperati e trattati. Un modo per dare una nuova vocazione industriale davvero green alla Liguria, mettendo insieme ricerca e industria.

La nostra regione è drammaticamente indietro nella raccolta differenziata rispetto alle altre del Nord. Veneto e Trentino sono sopra il 75%, la Lombardia sopra il 70%. La Liguria è sotto di cinque punti rispetto alla media nazionale del 65%.

È quindi fondamentale ribaltare il sistema adottato oggi. Invece che buttare tutto, è arrivato il momento di recuperare tutto.

La nostra proposta di legge è un provvedimento con finalità ambientali, economiche e sociali.  Quello che adesso è un rifiuto, può e deve essere trasformato in una risorsa. Pensiamo alla creazione e allo sviluppo di impianti per il recupero e la trasformazione degli oggetti e dei macchinari. La creazione di prodotti nuovi, da mettere sul mercato, può svilupparsi in combinazione coi settori della moda e del design.

Per risolvere il problema nell’immediato proporremo alla Regione Liguria di chiedere a Roma di avviare accordi stabili per la chiusura del ciclo dei rifiuti a livello macroregionale. La normativa attuale prevede infatti l’autonomia delle singole regioni.

Un’ottica macroregionale è necessaria per diversi motivi: evitare di spendere altro denaro in tecnologie arretrate, come bruciare i rifiuti, che vincoleranno per decenni; non lasciare ai singoli Comuni la contrattazione; ottimizzare gli impianti già presenti nelle regioni vicine.

Tutto questo in attesa di un passaggio a un’economia circolare che non può più aspettare, e che via via dovrà portare, come sta accadendo in Paesi come la Danimarca, allo spegnimento graduale di inceneritori esistenti”.