Prima ha ammesso quanto gli veniva contestato e dopo ha chiesto la messa alla prova con lavori socialmente utili da svolgere in una pubblica assistenza. Lo ha fatto oggi il primo, e finora unico, elettore che era stato coinvolto nel filone bis dell’inchiesta per corruzione che a maggio 2024 aveva portato agli arresti domiciliari l’ex governatore ligure Giovanni Toti.
L’indagato dovrà presentarsi davanti alla giudice Maria Antonia Di Lazzaro che dovrà “approvare” il piano messo a punto dall’Ufficio esecuzione penale esterna.
Secondo l’accusa della Procura di Genova, l’elettore “in concorso con Stefano Anzalone (ex consigliere regionale candidato per la lista Cambiamo con Toti presidente) in occasione delle consultazioni elettorali della Regione Liguria del 20 e 21 settembre 2020, previo accordo tra loro, Anzalone, per ottenere a proprio vantaggio il voto elettorale dell’indagato e dei suoi parenti ed amici, prometteva, quale utilità, un posto di lavoro all’elettore e quest’ultimo, per dare il proprio voto al candidato al consiglio regionale, accettava la promessa di un posto di lavoro in suo favore”.
Nei mesi scorsi la Procura aveva chiuso le indagini nel filone bis e aveva mandato gli avvisi, tra gli altri, a Matteo Cozzani, l’allora ex braccio destro di Toti e capo di gabinetto, a Paolo Piacenza, segretario generale dell’Autorità portuale, ai gemelli Maurizio e Arturo Angelo Testa, Anzalone, allora consigliere regionale, e Umberto Lo Grasso, ex consigliere comunale a Genova.
Oltre a loro erano finiti nel registro degli indagati una serie di elettori.
A breve la Procura chiederà il rinvio a giudizio per tutti.



















































