Una sconfitta pesante che evidenzia crisi tecnica, mentale e scelte discutibili in panchina. Trasferta da incubo per lo Spezia
La trasferta del Martelli di Mantova si trasforma in un vero incubo per lo Spezia, sconfitto per 4-1 in una partita che avrebbe dovuto segnare il riscatto della squadra di Roberto Donadoni. La sconfitta non è solo nel punteggio: la prestazione degli Aquilotti evidenzia fragilità mentali, limiti tecnici e una panchina incapace di incidere, con l’ennesima espulsione a carico di Cassata a peggiorare la situazione.
La squadra bianca ha iniziato il match con qualche sprazzo di organizzazione, soprattutto nella fase offensiva, ma è stata subito messa sotto pressione da un Mantova aggressivo e concentrato. L’inizio del match ha visto subito un contropiede devastante: Vlahovic e Di Serio creano il primo pericolo, mentre Aurelio sblocca il risultato al 4° minuto con una conclusione potente sotto la traversa, approfittando di una respinta corta di Festa. Lo Spezia dimostra subito di avere difficoltà a gestire il pallone e il ritmo del match.
Primi segnali di reazione e gol del Mantova
Dopo il vantaggio iniziale, lo Spezia tenta di organizzare qualche manovra offensiva, ma i biancorossi lombardi rispondono con palleggio preciso e gioco a viso aperto, soprattutto sulle fasce. Il primo gol del Mantova arriva al 33° minuto, quando Ruocco sfrutta una respinta corta di Mascardi e insacca, riportando la parità. In questo frangente, emergono chiaramente i limiti della squadra di Donadoni: le manovre appaiono scollegate e poco incisive, e gli errori individuali vanificano ogni tentativo di controllo della partita.
La presenza di Cassata e Di Serio, unici giocatori capaci di dare ritmo e profondità, non basta. L’ammonizione rimediata da Cassata al 10° minuto peserà anche per il prossimo turno contro la Sampdoria, aggiungendo ulteriori problemi in chiave formazione. Lo Spezia oscilla tra il 3-5-2 e il 4-4-2, ma i movimenti non trovano coesione, soprattutto sulle fasce dove il Mantova riesce a creare superiorità numerica e occasioni da gol.
Crollo mentale e secondo gol del Mantova
Dopo la parità, lo Spezia crolla mentalmente. Il Mantova approfitta di una difesa disattenta e trova il secondo gol con Cella, sfruttando un contropiede che mette in evidenza la fragilità dei bianchi sulle transizioni avversarie. I tentativi di Donadoni di inserire forze fresche dalla panchina, con Artistico e Beruatto, non producono alcun effetto: la squadra non reagisce, e le occasioni create da Di Serio vengono sprecate per imprecisione o sfortuna.
Le scelte tattiche del tecnico mostrano qualche segnale di personalizzazione del gioco, ma lo Spezia non riesce a concretizzare le idee in campo. La coppia offensiva Di Serio-Vlahovic, seppur dinamica, non ha supporto sufficiente e spesso si ritrova isolata tra i difensori lombardi. Anche il pressing alto non funziona, lasciando ampi spazi ai contropiedi del Mantova.
La disfatta finale e l’espulsione di Cassata
Il crollo definitivo arriva negli ultimi 15 minuti: Marras sigla il terzo gol per il Mantova e chiude il conto con il quarto, completando una partita da dimenticare per lo Spezia. L’espulsione di Cassata al 93° per doppio giallo aggravano la già critica situazione. Gli errori individuali e la mancanza di carattere segnano una delle giornate più nere della storia recente della squadra ligure.
Nonostante alcune fiammate offensive isolate, come un’azione di Beruatto al 75°, lo Spezia non riesce a trovare continuità né concretezza sotto porta. La panchina, oltre a non incidere, mostra limiti nella gestione dei cambi: i subentrati non riescono a dare intensità né ordine tattico. La squadra appare totalmente priva di guida in campo, con pochi giocatori capaci di prendere l’iniziativa.
Analisi finale e prospettive
La sconfitta di Mantova evidenzia come lo Spezia abbia problemi profondi, sia sul piano tecnico sia su quello mentale. La gestione del possesso, la capacità di reagire ai gol subiti e la solidità difensiva restano punti critici. Donadoni, pur avendo introdotto alcune novità tattiche, deve lavorare intensamente sulla mentalità dei giocatori e sullo sfruttamento delle risorse della panchina, per evitare che la squadra scivoli ulteriormente verso i bassifondi della classifica. La trasferta in Lombardia segna un campanello d’allarme chiaro: la salvezza appare sempre più complicata se non arriveranno segnali concreti di crescita.
Il tabellino
MANTOVA (4-3-3): Festa; Radaelli; Castellini (78° Maggioni), Cella, Bani; Wieser (85° Paoletti), Artioli, Trimboli; Galuppini (60° Marras), Mancuso (60° Mensah), Ruocco (78° Caprini). (Andrenacci, Pittino, Falletti, Fadel, Majer, Fiori, Bonfanti).
All. Davide Possanzini.
SPEZIA (3-5-2): Mascardi; Mateju, Wisniewski, Jack (59° Cistana); Candela (69° Beruatto), Vignali (59° Bandinelli) Nagy (1°st Comotto), Cassata, Aurelio; Vlahovic, Di Serio (69° Artistico). (Sarr, Loria, Hristov, Onofri, Lorenzelli, Candelari, Conte).
All. Roberto Donadoni.
Arbitro: Federico Dionisi (L’Aquila). Assistenti: Andrea Niedda (Ozieri), Federico Votta (Moliterno). Quarto ufficiale: Silvia Gasperotti (Rovereto). Var e Avar: Manuel Volpi (Arezzo), Valerio Marini (Roma 1).
Angoli: 8-2
Ammoniti: Cassata, Di Serio, Wisniewski, Cella, Bandinelli, Bani
Espulso: Cassata al 93°
Recuperi: 0 e 5′.
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