Lo spettro dello sciopero di SLC CGIL per protestare contro precarietà, stipendi e gestione del personale al Teatro Carlo Felice
Per domenica 7 dicembre il personale del Teatro Carlo Felice ha proclamato uno sciopero, aderendo allo stato di agitazione già in corso da mesi secondo SLC CGIL. Le ragioni alla base della protesta riguardano soprattutto la carenza di organico – con particolare riferimento ai lavoratori precari – le criticità di natura salariale e le condizioni di accesso agli scivoli pensionistici. A questo si aggiunge una lamentata mancanza di chiarezza e comunicazione sulla gestione del lavoro e degli orari, indice, secondo i sindacati, di scarso rispetto nei confronti del personale.
Motivazioni della protesta
La mobilitazione di dicembre scaturisce dalla mancata risoluzione di problematiche segnalate da tempo: molti dipendenti lamentano situazioni di precarietà lavorativa prolungata, contratti instabili o insufficienti garanzie pensionistiche al termine del rapporto. Inoltre, secondo i sindacati, l’assenza di una comunicazione trasparente da parte della direzione sulle modalità di gestione delle turnazioni e delle attività teatrali peggiora il clima di lavoro. Questa situazione, definita ingiusta e non più sostenibile, ha spinto SLC CGIL a indire lo sciopero, con l’obiettivo di far pesare la proprio voce nel contesto delle trattative per condizioni di lavoro più dignitose.
Sciopero coincidente con lo spettacolo “Caravaggio” di Roberto Bolle
La scelta del giorno – domenica 7 dicembre – non è casuale: quella sera è in programma lo spettacolo “Caravaggio” con protagonista Roberto Bolle, evento dal grande richiamo e con prevedibile affluenza. Lo sciopero proprio in concomitanza di uno spettacolo così importante mira a sottolineare la determinazione dei lavoratori nella rivendicazione di diritti e tutele. I disagi attesi – sospensioni del servizio, possibili disdette, difficoltà organizzative – mettono pressione sulla direzione, richiedendo una risposta concreta alle rivendicazioni sindacali.
Contesto più ampio: precarietà nel settore cultura e spettacolo
Il caso del Teatro Carlo Felice si inserisce in un quadro più ampio, tipico del settore dello spettacolo in Italia: molti lavoratori vivono in condizione di instabilità, con contratti saltuari, paghe spesso giudicate insufficienti, e un’imprevedibilità che rende difficile programmare il futuro. Le proteste come quella annunciata dalla SLC CGIL non sono rare, e testimoniano un malessere diffuso legato alla precarietà del lavoro culturale.
Possibili conseguenze per il pubblico e prenotazioni
Per gli spettatori lo sciopero potrebbe tradursi in cancellazioni o spostamenti della recita di “Caravaggio”, ritardi nell’apertura del teatro, riduzione dei servizi accessori oppure difficoltà nella buona riuscita dello spettacolo. Chi ha già acquistato un biglietto è probabile debba seguire comunicazioni ufficiali da parte del teatro o del sindacato per sapere se lo show sarà confermato oppure posticipato.
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