Lo stop grazie allo sciopero e al coordinamento internazionale
“Solo con l’annuncio di uno sciopero siamo riusciti, anche grazie anche al coordinamento internazionale dei porti, a far sì che una compagnia marittima come la Cosco abbia rinunciato allo sbarco di tre container con dentro armamenti diretti a Israele”. Con queste parole, attraverso un breve video, il Calp, il collettivo autonomo dei lavoratori portuali di Genova, annuncia il successo dell’ultima mobilitazione. I camalli genovesi, da anni in prima linea contro il traffico di armi attraverso lo scalo ligure, rivendicano una vittoria che definiscono storica.
Coordinamento tra porti del Mediterraneo e mobilitazione immediata
“In queste settimane ci siamo mobilitati per contrastare di nuovo col coordinamento quello che è un ulteriore traffico di armi diretto e Israele. Il coordinamento, che sta funzionando soprattutto nell’area del Mediterraneo, ha fatto sì che i portuali del Pireo in una prima fase abbiano rinunciato a sbarcare questi container per poi segnalarci l’arrivo sul porto di La Spezia e sul porto di Genova di questa merce – ha spiegato un rappresentante del Calp -. Fin da subito ci siamo mossi per capire come mobilitarci all’interno del terminal e capire in quale terminal sarebbe attaccata questa nave e abbiamo notato anche che successivamente ai porti liguri la nave avrebbe fatto scalo a Marsiglia per poi andare a Valencia”.
Le parole dei portuali genovesi evidenziano l’importanza di una rete internazionale di scali impegnati nella stessa battaglia: un fronte comune che collega Grecia, Italia, Francia e Spagna nella lotta al transito di armamenti destinati al conflitto in Medio Oriente.
Una vittoria senza precedenti per i portuali
“La notizia è una grande vittoria – prosegue il rappresentante del Calp – proprio perché è la prima volta che accade che una compagnia marittima di un peso come la Cosco ci comunichi, tramite la rivista Shippingitaly, la rinuncia di questo carico. Continueremo questo tipo di mobilitazioni a sostegno della popolazione palestinese per chiedere un cessate il fuoco immediato e per chiedere che non ci siano più traffici di armamenti nei porti civili”.
Secondo i camalli, l’annullamento dello sbarco dei container non rappresenta solo un risultato locale, ma un segnale forte a livello internazionale. L’obiettivo resta quello di trasformare il porto di Genova e gli altri scali civili in luoghi liberi dal transito di armi, puntando a un controllo sempre maggiore delle merci sensibili.
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