La truffa ai danni di un’anziana genovese
Un inganno studiato nei minimi dettagli ha permesso a due ventenni di raggirare una donna di 80 anni a Genova, sottraendole gioielli e preziosi per un valore complessivo di circa 180mila euro. Tutto è iniziato con un sms apparentemente inviato da una società di pagamenti digitali, che segnalava un presunto bonifico da 800 euro in uscita dal conto corrente della vittima. Nel messaggio era riportato anche un numero di telefono da contattare per chiarimenti o per bloccare l’operazione.
Il finto carabiniere e l’inganno telefonico
La donna, preoccupata, ha chiamato il numero indicato e dall’altra parte della linea ha risposto un uomo che si è presentato come un appartenente al Nucleo Antifrode dei Carabinieri di Marassi. Il falso militare l’ha convinta che il suo nome fosse finito in una lista di possibili vittime di truffa e che fosse quindi necessario attivare una procedura di protezione. Per “mettere al sicuro” i propri beni, la vittima è stata indotta a consegnare i gioielli di famiglia a un giovane che si è presentato a casa sua senza divisa né tesserino di riconoscimento.
Le indagini dei carabinieri
Grazie ai particolari forniti dall’anziana, i veri carabinieri della Stazione di Carignano, insieme ai colleghi di Terzigno e sotto il coordinamento della Procura di Genova, hanno avviato una complessa indagine. Le immagini di videosorveglianza hanno permesso di identificare sia il ragazzo che ha ritirato i preziosi sia la donna che lo attendeva a bordo dell’auto con cui è fuggito. Entrambi, ventenni originari della provincia di Napoli, sono stati raggiunti da misure cautelari: lui è stato portato al carcere di Poggioreale per truffa aggravata, lei è stata sottoposta all’obbligo di dimora con l’accusa di favoreggiamento.
Come riconoscere e difendersi dalle truffe
Le forze dell’ordine hanno colto l’occasione per ribadire alcune regole fondamentali di sicurezza. Nessun carabiniere si presenta mai a casa di un cittadino per ritirare denaro o gioielli, tanto più senza divisa o documento di riconoscimento. Di fronte a richieste sospette, l’indicazione è chiara: chiamare immediatamente il 112 e verificare la legittimità della richiesta.
Particolare attenzione va riservata anche ai messaggi che segnalano presunti addebiti su conti correnti o che invitano a cliccare su link: nella maggior parte dei casi si tratta di tentativi di phishing. Inoltre, sempre più spesso vengono utilizzate tecniche di spoofing, che falsificano il numero chiamante facendolo apparire come appartenente a una stazione o a un comando dei Carabinieri. Anche in questi casi è fondamentale interrompere subito la chiamata e ricontattare i numeri ufficiali dell’Arma.
Un fenomeno in crescita
Episodi come quello avvenuto a Genova confermano la diffusione delle truffe agli anziani, spesso colpiti con raggiri basati sulla paura e sulla fiducia mal riposta. La collaborazione tra cittadini e forze dell’ordine resta l’arma più efficace per contrastare questi reati, che oltre al danno economico rischiano di lasciare segni profondi sul piano psicologico delle vittime.
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