“Il ministro Adolfo Urso sulla situazione degli stabilimenti dell’ex Ilva è stato molto chiaro e ha confermato che a Genova come negli stabilimenti del Piemonte non ci saranno chiusure né si ricorrerà alla cassa integrazione e che verranno corrisposti integralmente i salari”.
Lo hanno dichiarato ieri sera in una nota congiunta i gruppi di FdI in Regione Liguria e al Comune di Genova, commentando i disordini in Centro città e a Brignole a seguito del corteo di protesta dei metalmeccanici per l’ex Ilva.
“Su Genova – hanno aggiunto – è molto importante che prosegua la produzione della banda stagnata, ritenuta strategica sia da parte del Governo sia da parte della gestione commissariale.
Parole e fatti chiari che indicano come il Governo Meloni abbia intenzione di non lasciare nulla di intentato per la tutela dei posti di lavoro.
Quella dell’Ilva è una situazione complessa che necessita di soluzioni efficaci e del sereno confronto tra le istituzioni, ma che attualmente non è garantito, anzi.
Le parole di una parte, seppur minima, del sindacato che cerca lo scontro per colpevolizzare l’Esecutivo, così come il primo cittadino di Genova che sfiducia pubblicamente il ministro Adolfo Urso, non contribuiscono a rasserenare una piazza esasperata e preoccupata.
Proprio ai manifestanti rivolgiamo un appello alla calma ed alla responsabilità. Chiediamo agli operai di non cedere alla tentazione della violenza e non seguire le sirene di chi predica lo sfascismo come soluzione.
Ancora più preoccupante è la posizione assunta dalla sinistra ligure che con un’operazione di pieno sciacallaggio politico alimenta una narrazione falsa.
Chiediamo la più ferma condanna da parte di tutte le forze politiche e in particolare al segretario della Cgil Maurizio Landini delle parole dell’ex sindacalista genovese Franco Grondona, il quale ha invitato alla ricerca dello scontro per ricreare una nuova strategia della tensione figlia di un periodo storico di cui Genova porta ancora le cicatrici”.



















































