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Le voci della ludopatia: storie vere riguardo il gioco d’azzardo patologico

Le Voci della Ludopatia: storie vere riguardo il Gioco d'Azzardo Patologico
Immagine di repertorio

Giocoresponsabile.info ha lanciato un’iniziativa di grande impatto per combattere la ludopatia, offrendo spazio e ascolto alle storie di chi ha affrontato e superato la dipendenza.

Quando un gioco diventa una spirale distruttiva

Spesso la dipendenza da gioco d’azzardo nasce in modo silenzioso: una partita per noia, una scommessa fatta quasi per caso. Col tempo, quel passatempo si trasforma in una spirale capace di stravolgere vite e relazioni. Le testimonianze raccolte in “Le Voci della Ludopatia” offrono uno sguardo diretto sulle conseguenze devastanti del gioco patologico, riportando la realtà vissuta da chi è caduto nella dipendenza e ha trovato la forza di rialzarsi.

Un progetto per sensibilizzare e dare speranza

L’iniziativa ha un duplice obiettivo: sensibilizzare l’opinione pubblica sulla gravità della ludopatia e incoraggiare chi è intrappolato nel gioco a chiedere aiuto. “Riteniamo che il racconto di chi ha vissuto questa battaglia possa essere un faro per chi è ancora intrappolato, un grido d’aiuto per chi non sa come uscirne e un monito per chi è agli inizi”, spiegano i promotori del progetto.

Tre storie, un filo comune

“Le Voci della Ludopatia” si apre con tre testimonianze molto diverse tra loro ma unite da un elemento comune: il gioco come specchio di un malessere più profondo.

Giovanna, 46 anni, racconta di come un innocente passatempo sia diventato un vortice capace di inghiottire risorse, dignità e relazioni. “Non è finita. L’ansia c’è ancora. I problemi pure. Ora non gioco più. Da sola non penso ce l’avrei fatta, ma chiedere aiuto è stata la scelta migliore che potessi fare per me stessa.”

Mattia, 24 anni, ha visto nel poker online una via di fuga dai problemi economici fino a ritrovarsi in un giro pericoloso: “Ho perso soldi, amici, fiducia. Ma adesso ho capito: il gioco non sei mai tu a controllarlo. Sei solo una pedina che pensa di essere il re. E io non voglio più essere una pedina.”

Alberto, 32 anni, partito da una semplice schedina con gli amici, è finito per compromettere la sua carriera calcistica. “Il calcio era tutto per me. Ed è proprio quello che ho distrutto. Con le mie mani.”

La ludopatia non guarda in faccia nessuno

Queste storie sono solo l’inizio. Dietro la dipendenza da gioco si nascondono percorsi diversi ma sempre segnati da solitudine, silenzio e dall’illusione di poter mantenere il controllo. L’iniziativa di Giocoresponsabile.info vuole continuare a raccogliere testimonianze, offrendo strumenti per uscire dal buio e ribadendo un messaggio chiaro: la ludopatia è una malattia seria, ma non è una condanna definitiva.