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Operazione antidroga dei Carabinieri e Polizia Locale in via Prè a Genova: 23 arresti

Operazione antidroga dei Carabinieri e Polizia Locale in via Prè a Genova: 23 arresti
I Carabinieri in piazza Caricamento

Il fulcro dell’organizzazione era un ristorante etnico senegalese nel centro storico, usato come base logistica per lo spaccio continuo di cocaina, crack ed eroina

Un’operazione congiunta dei carabinieri del nucleo operativo della compagnia Genova Centro e della polizia locale ha messo fine a una vasta attività di spaccio che da anni interessava via Prè, nel centro storico di Genova. L’intervento, coordinato dalla Procura della Repubblica, ha portato all’esecuzione di 23 misure cautelari: 22 arresti in carcere e una persona sottoposta agli arresti domiciliari. Secondo gli investigatori, l’organizzazione era attiva senza interruzioni, trasformando l’area in una piazza di droga operativa ventiquattr’ore su ventiquattro.

Il ruolo centrale del ristorante e della “mamma”

Al centro del sistema c’era un ristorante etnico senegalese di via Prè, conosciuto nell’ambiente come un punto di riferimento sicuro. La titolare, soprannominata affettuosamente “mamma”, era considerata una figura chiave dell’organizzazione. Dietro l’apparente normalità dell’attività commerciale, il locale fungeva da base logistica per gli spacciatori, in gran parte di origine senegalese, che vi gravitavano costantemente. Qui venivano occultate le dosi di stupefacenti e gestiti i movimenti quotidiani dei pusher, al riparo da controlli immediati.

Spaccio incessante e numeri allarmanti

Le indagini hanno documentato oltre 1.600 cessioni di droga in pochi mesi, un dato che restituisce la dimensione del traffico illecito. Cocaina, crack ed eroina venivano vendute con ritmi elevatissimi a una clientela eterogenea, confermando il ruolo di via Prè come uno dei principali snodi dello spaccio nel centro storico genovese. L’organizzazione appariva strutturata e ben radicata, capace di garantire continuità operativa anche in presenza di controlli e operazioni di polizia.

Le indagini tra intercettazioni e pedinamenti

L’inchiesta, avviata nel 2022 e conclusa nel 2023, si è sviluppata attraverso intercettazioni tecniche, pedinamenti e prolungate attività di osservazione sul campo. Gli investigatori hanno ricostruito nel dettaglio i ruoli e le responsabilità dei singoli componenti della rete, individuando nel ristorante il perno attorno al quale ruotavano le attività illecite. L’attenzione si è concentrata anche sulle modalità utilizzate per eludere le indagini e ridurre i rischi in caso di arresto.

Riciclaggio, supporto logistico e chiavi nascoste

La titolare del locale, indagata per riciclaggio, non si limitava alla gestione dell’esercizio commerciale. Secondo quanto emerso, custodiva il denaro provento dello spaccio e conservava zaini con effetti personali degli spacciatori, comprese le chiavi delle abitazioni. Una strategia pensata per evitare che eventuali arresti conducessero a perquisizioni domiciliari e a sequestri più rilevanti. La donna avrebbe inoltre fornito supporto pratico ai connazionali, occupandosi del reperimento di alloggi e intervenendo in caso di problemi con i proprietari degli immobili coinvolti in operazioni di polizia.

Chiusura del locale per gravi carenze igieniche

Parallelamente all’operazione antidroga, il ristorante è stato chiuso dalla Asl 3 a seguito di controlli igienico-sanitari che hanno riscontrato la presenza di blatte e gravi condizioni di sporcizia. Un provvedimento che ha fatto emergere ulteriori criticità legate all’attività del locale, già finito al centro dell’inchiesta giudiziaria, e che si inserisce nel più ampio contesto dei controlli sul rispetto delle norme sanitarie nel centro storico genovese.

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