La richiesta di suicidio assistito negata dalla Asl
Un ligure di 79 anni, affetto da grave malattia neurodegenerativa, ha chiesto all’Asl di competenza di accedere legalmente al suicidio assistito, ma la richiesta è stata respinta. L’anziano, che ha perso la capacità di parlare e comunica solo tramite gesti o un tablet, ha dichiarato attraverso la sua famiglia la volontà di andare all’estero, in Svizzera, dove il suicidio assistito è consentito.
Il ruolo dell’Associazione Luca Coscioni
Il caso è seguito dal team legale dell’Associazione Luca Coscioni, da anni impegnata nelle battaglie per il diritto al fine vita. L’avvocata Filomena Gallo, segretaria nazionale e coordinatrice del collegio legale, contesta il diniego della Asl: secondo l’Associazione, la commissione non ha applicato correttamente la giurisprudenza costituzionale, che include tra i requisiti di sostegno vitale anche l’assistenza quotidiana fornita da caregiver e familiari.
Procedura e valutazioni mediche
L’anziano aveva presentato la richiesta a febbraio per l’avvio della procedura di verifica. Dopo le prime visite della commissione medica, l’istanza è stata respinta. Una seconda valutazione richiesta a luglio non ha ancora prodotto alcuna risposta ufficiale. L’Associazione Luca Coscioni sottolinea come la mancata applicazione corretta della sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale obblighi i malati a ulteriori sofferenze e viaggi all’estero per far rispettare la propria volontà.
Dibattito politico e vuoto normativo
La vicenda ha riacceso il dibattito politico sul fine vita. L’assessore regionale alla Sanità, Massimo Nicolò, ha dichiarato: “Siamo di fronte a un vuoto normativo: non esiste ancora una legge nazionale chiara e uniforme. Auspichiamo venga approvata quanto prima per dare risposte a queste istanze”.
Un nuovo fronte legale sul fine vita
Il caso del 79enne ligure rappresenta un possibile nuovo fronte di battaglia legale e civile in Italia, dove il suicidio assistito è consentito solo in casi molto specifici stabiliti dalla sentenza della Corte Costituzionale, ma senza una legge organica che ne regolamenti pienamente l’applicazione.
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