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Il Genoa di Daniele De Rossi: identità tattica e prospettive dopo l’esordio con la Fiorentina

Il Genoa di Daniele De Rossi: identità tattica e prospettive dopo l’esordio con la Fiorentina
Daniele De Rossi

L’arrivo di Daniele De Rossi sulla panchina del Genoa rappresenta una svolta tecnica e culturale per il club rossoblù. Dopo l’esordio con un pareggio contro la Fiorentina, il compito dell’ex bandiera della Roma è chiaro: rilanciare una squadra in difficoltà di classifica, ridandole prima di tutto idee, coraggio e organizzazione.

Per capire che Genoa potrà nascere, è utile partire dal percorso recente di De Rossi: la breve esperienza alla SPAL e, soprattutto, il lavoro svolto alla Roma, dove ha impostato una squadra più propositiva, con difesa alta, ricerca del possesso e grande attenzione ai dettagli tattici.

I principi di gioco: intensità, costruzione dal basso e collettivo

De Rossi ha una filosofia abbastanza chiara: vuole un calcio propositivo, in cui la squadra cerchi di comandare la partita attraverso il pallone e la posizione in campo, più che affidarsi solo alle ripartenze. Le analisi sul suo lavoro precedente sottolineano alcuni punti ricorrenti:

  • Costruzione dal basso: portiere e difensori sono coinvolti nell’avvio dell’azione, con il mediano che spesso si abbassa tra i centrali per attirare la pressione e liberare linee di passaggio.

  • Pressione alta coordinata: la squadra cerca di recuperare palla in zone avanzate, con gli attaccanti che orientano l’uscita avversaria e il centrocampo pronto ad accorciare.

  • Fluidità tra i reparti: le strutture di gioco cambiano a seconda della fase; il modulo di partenza si trasforma spesso in sistemi diversi in costruzione, rifinitura e difesa posizionale.

Proprio questi tratti emergono anche nella lettura che viene data del suo arrivo al Genoa: un calcio intenso, compatto, con grande cura del collettivo e attenzione alla transizione offensiva, ovvero alla capacità di verticalizzare subito dopo il recupero palla.

Moduli e adattamento alla rosa del Genoa

Secondo le prime ricostruzioni tattiche, De Rossi al Genoa potrebbe iniziare con il 3-5-2, modulo già utilizzato dal Grifone in passato e in grado di offrire maggiore solidità in una fase delicata della stagione. Allo stesso tempo, non è esclusa una transizione graduale verso il 4-3-3, sistema che l’allenatore romano ha mostrato di apprezzare alla Roma.

  • 3-5-2 “di sicurezza”
    In questa veste, il Genoa può proteggersi meglio centralmente, sfruttando tre centrali difensivi e quinti a tutta fascia con grande gamba. Una soluzione utile per ritrovare equilibrio, compattezza e fiducia.

  • 4-3-3 più offensivo
    Nel 4-3-3 De Rossi chiede terzini molto alti e partecipi alla manovra, un centrocampo dinamico e un tridente veloce, capace di attaccare la profondità e di occupare con intelligenza gli spazi tra le linee. È il sistema che permette di esprimere al meglio un calcio di posizione più evoluto, con maggior qualità nei corridoi centrali e laterali.

La rosa del Genoa, con centrocampisti duttili e diversi profili offensivi rapidi, sembra adatta a questa doppia chiave: nella fase di assestamento il 3-5-2 può garantire protezione, mentre il 4-3-3 rappresenta la destinazione tattica più ambiziosa.

Le prime tracce viste con la Fiorentina

Già nel pareggio d’esordio contro la Fiorentina si sono intravisti alcuni abbozzi della nuova identità. Al di là del risultato, il Genoa ha mostrato:

  • Linee più compatte tra difesa e centrocampo, con minore distanza verticale e una squadra meno “spezzata” rispetto al recente passato.

  • Pressione più organizzata sulle prime costruzioni viola, con la punta centrale che indirizzava il gioco su un lato e le mezzali pronte ad aggredire la palla.

  • Ricerca del fraseggio corto in uscita, evitando il lancio lungo sistematico e provando a risalire il campo con combinazioni rapide tra difensori e centrocampisti.

È un lavoro ancora embrionale, inevitabilmente, ma che suggerisce una direzione precisa: il Genoa di De Rossi vuole essere protagonista del gioco, non semplice “reagente” alle mosse degli avversari.

Migliorie offensive: verticalità ragionata e valorizzazione dei talenti

Uno degli aspetti più interessanti del nuovo corso è la ricerca di una verticalità ragionata. Alla Roma, De Rossi ha spesso puntato su recuperi alti e immediata verticalizzazione verso gli attaccanti, sfruttando giocatori tecnici tra le linee e punte capaci di attaccare la profondità.

Al Genoa il principio è simile, ma adattato agli interpreti:

  • il centrocampo è chiamato a giocare di prima quando si apre uno spazio utile;

  • gli esterni (o le mezzali larghe, a seconda del sistema) devono essere pronti a trasformarsi rapidamente in minacce offensive;

  • gli attaccanti ricevono indicazioni chiare sui movimenti coordinati, per liberare il compagno e non solo per cercare la conclusione personale.

L’obiettivo è valorizzare il potenziale offensivo della rosa, riducendo la dipendenza da episodi estemporanei e aumentando la qualità delle occasioni create.

Equilibrio difensivo e gestione delle transizioni

Difendersi in modo aggressivo non significa sbilanciarsi. De Rossi, anche grazie all’esperienza nello staff della Nazionale, ha sviluppato l’idea di una squadra corta, con una linea difensiva pronta a salire ma anche con meccanismi di copertura ben definiti sulle transizioni negative.

Nel Genoa questo si traduce in:

  • un mediano chiamato a proteggere la zona centrale, leggendo in anticipo le seconde palle;

  • terzini o quinti che, se spingono molto, devono avere alle spalle un centrale pronto ad allargarsi in copertura;

  • attaccanti tenuti dentro la struttura difensiva in fase di non possesso, per non lasciare la squadra in inferiorità sui primi scarichi avversari.

Se questi meccanismi troveranno continuità, il Genoa potrà concedere meno occasioni pulite e difendere meglio la propria area, condizione necessaria per risalire la classifica.

Il Genoa nell’ambito delle scommesse sportive

Chiaramente, al momento il Genoa è ancora invischiato nella lotta per non retrocedere ma, secondo i principali bookmaker, resta comunque una delle compagini con le più alte possibilità di salvezza in questa stagione, tutt’altro che compromessa.

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Tornando al campo, la missione di De Rossi al Genoa non è semplice: subentrare in corsa, con la squadra in difficoltà, e cambiare contemporaneamente mentalità e struttura di gioco è sempre un’operazione rischiosa. Ma il profilo dell’allenatore romano – carismatico, esigente, vicino ai giocatori e con idee tattiche moderne – sembra in sintonia con l’ambiente rossoblù.

Se il Genoa riuscirà a interiorizzare nel medio periodo i principi di pressing, costruzione dal basso e compattezza tra i reparti, il pareggio con la Fiorentina potrà essere ricordato come il primo passo di una risalita graduale, costruita più sulle prestazioni che sui singoli episodi. Sarà il campo, come sempre, a certificare se l’intuizione di puntare su Daniele De Rossi avrà davvero cambiato il destino della stagione genoana.