“Abbiamo chiesto alla Regione Liguria di rinunciare al gettito del gioco d’azzardo e di aumentare la prevenzione e il contrasto alla ludopatia, ma purtroppo il centrodestra ligure preferisce fare cassa su questa forma di dipendenza, che ha rilevanti ricadute sanitarie, sociali ed economiche, incidendo in modo grave sulle fasce più fragili della popolazione e generando effetti negativi sulle famiglie e sulle comunità locali”.
Lo ha dichiarato ieri sera Selena Candia, capogruppo regionale di AVS, dopo la bocciatura della proposta con cui ha chiesto in aula alla giunta Bucci, durante la discussione sul bilancio, di opporsi alla compartecipazione degli incassi dal gioco d’azzardo.
“Molte associazioni, enti del terzo settore e amministrazioni pubbliche, riuniti anche nella campagna nazionale ‘Mettiamoci in gioco’ – ha aggiunto Candia – sollecitano da anni un rafforzamento del contrasto al gioco d’azzardo, evidenziando i rischi connessi a un approccio puramente fiscale al fenomeno.
L’eventuale attribuzione alle Regioni di una quota del gettito fiscale proveniente dal gioco d’azzardo rischierebbe di alterare il corretto equilibrio tra funzione di governo del fenomeno e interesse finanziario, introducendo un elemento di ambiguità nell’azione pubblica.
I dati evidenziano una costante crescita della raccolta complessiva del gioco d’azzardo, accompagnata da un aumento del numero di giocatori problematici, a fronte di risorse pubbliche non proporzionate per prevenzione, cura e presa in carico delle persone affette da ludopatia.
Inoltre, le ultime decisioni del governo hanno ridotto l’autonomia e la specificità degli strumenti dedicati al contrasto del gioco d’azzardo patologico.
Col nostro provvedimento, chiedevamo di interrompere il circolo vizioso che rischia di vedere la Regione Liguria sia beneficiaria delle entrate del gioco d’azzardo e sia istituzione preposta alla cura dei giocatori patologici.
Un corto circuito che abbiamo cercato di evitare e contro il quale continueremo a batterci.
La nostra proposta chiedeva anche di garantire il pieno rispetto delle normative regionali sulle distanze delle attività di gioco dai luoghi sensibili e sugli orari di apertura, promuovendo politiche regionali mirate a ridurre l’offerta complessiva del gioco d’azzardo, lavorando sulla cultura della prevenzione, sulla consapevolezza e sulla tutela delle persone più esposte ai rischi di dipendenza”.


















































