Home Politica Politica Italia

No pago affitto. E a Meloni: c’hai bella figlia. Salvato da toga rossa, no espulsione

La giudice Silvia Albano e il camerunense Domingue Ibii Ngawang

Polemiche per la decisione della giudice Silvia Albano, in forza presso la sezione immigrazione del Tribunale civile di Roma, che oggi ha disposto la sospensione del decreto di espulsione nei confronti di Domingue Ibii Ngawang, 27enne del Camerun residente in Italia.

Silvia Albano, che oltre ad essere l’esponente di punta della corrente di sinistra delle toghe “Magistratura democratica”, è la stessa giudice che qualche mese fa firmò la prima sentenza che bloccava il trasferimento degli immigrati irregolari in Albania.

Ngawang, calciatore tesserato con una squadra marchigiana, aveva pubblicato sui social network un video girato davanti alla questura di Macerata lo scorso giorno di Pasqua, contenente espressioni in sostanza volgari sulle donne italiane e minacciose contro la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e a sua figlia minorenne.

Un video che sui social network era diventato virale e aveva suscitato forte indignazione.

Tra le frasi pronunciate,riprese da quelle del “rap” africano Bello figo: “No pago affitto” e “Melo’, ho saputo che c’hai una bella figlia… Io sono negro, bello e figo, con mio fratello bello e figo, mangiamo gratis, dormiamo gratis, non paghiamo l’affitto e poi scop… le ragazze italiane”.

Il video era stato segnalato dal vicepremier Matteo Salvini, che aveva commentato l’accaduto con un post su fb: “Ci mancava solo questo idiota”.

Successivamente, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi aveva disposto l’espulsione del cittadino camerunense, misura convalidata dal Prefetto e accompagnata dalla cessazione del contratto sportivo da parte della società Cluentina.

Risulta quindi che anche la società calcistica marchigiana lo aveva allontanato, ma l’africano aveva chiesto scusa e ora la “toga rossa” ha sospeso il decreto di espulsione. Il caso sarà quindi discusso il prossimo 23 dicembre al Tribunale di Roma.

“Le mie parole – ha riferito Nwang – sono state il frutto, ingenuo, di una serata di festa trascorsa in allegria insieme ad amici sia italiani che stranieri, una serata in cui ci siamo lasciati andare un po’ troppo. In realtà non volevo offendere nessuno. In primis non volevo offendere l’Italia e gli italiani che mi hanno accolto con solidarietà ed amicizia; non volevo offendere il ministro Salvini e la presidente Meloni, non volevo offendere la Polizia di Stato, non volevo offendere gli amici maceratesi. Ho commesso una gravissima ingenuità, citando il brano di un artista rap”.