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La guerra dentro. Conflitto e psichiatria in Italia tra Fascismo e Resistenza

LA GUERRA DENTRO. Guerra e psichiatria in Italia tra Fascismo e Resistenza, Martedì 1° luglio alle 17.30 presso piazza San Cosimo a Genova
LA GUERRA DENTRO. Guerra e psichiatria in Italia tra Fascismo e Resistenza, Martedì 1° luglio alle 17.30 presso piazza San Cosimo a Genova

Guerra e psichiatria in Italia tra Fascismo e Resistenza, Martedì 1° luglio alle 17.30 presso piazza San Cosimo a Genova

“La guerra dentro”: il conflitto e la psichiatria in Italia tra Fascismo e Resistenza. Paolo Francesco Peloso in dialogo con Guido Levi, storico, Università Genova e Ist. Ligure Storia Resistenza e dell’Età Contemporanea “Raimondo Ricci” introduce Rocco Luigi Picci, psichiatra, dir. Dip. Salute Mentale e Dipendenze ASL Genova. Letture dal testo di Simonetta Sommariva.
“La guerra dentro – hanno spiegato gli organizzatori – è in primo luogo uno stato d’animo, quello che il fascista si porta dentro smobilitando dalle trincee, fatto innanzitutto di irrequietezza, attivismo, fretta inappagata di novità, e insieme di aggressività contro il nemico, ogni nemico, fatta di obbedienza cieca verso il superiore, il Capo e cameratismo verso chi condivide le ragioni, la fede, la divisa con noi; e di violenza verso l’altro, le sue ragioni, la sua fede, i suoi simboli che sono diversi. L’essenza del fascismo, eredità che la Grande Guerra lascia all’Italia, è questa: continuare a credere, obbedire, combattere in una sorta di mobilitazione del quotidiano.
Perciò è anche, in secondo luogo, una guerra che è dentro perché non è più combattuta contro chi sta di fronte, nell’altra trincea: è dentro la nazione, nelle strade, nelle famiglie. Contro chi è italiano ma non è, rifiuta di essere, fascista. La guerra dentro è guerra nelle città, nei condomini, nelle famiglie.
La psichiatria, come la società, fu attraversata da queste lacerazioni; ci furono psichiatri che aderirono al fascismo e altri che lo combatterono nella solitudine o nella Resistenza e furono braccati, perseguitati, deportati, in qualche caso uccisi.
Poi, con il ribaltarsi della sorte, la guerra fascista è diventata guerra dentro perché è entrata nel territorio, che era stato messo a rischio senza preoccuparsi di proteggerlo, è stata la guerra che cade dal cielo e uccide nelle città, nelle case, negli ospedali psichiatrici anche.
E ancora, come ogni guerra, la guerra che il fascismo ha voluto è entrata dentro il mondo interno: il trauma della guerra che riempie di terrore, di dolore senza più distinguere militari e civili, un terrore e un dolore che possono fare impazzire.
E se oggi qualcuno è portato a guardare di nuovo, tra un distinguo e l’altro, al fascismo con qualche nostalgia, da questi quattro punti di vista vorremmo ricordargli, da quell’ambito limitato che certo è la storia della psichiatria, che il fascismo è stato la guerra dentro, la guerra che i nostri genitori hanno conosciuto bambini per la quale non è possibile avere nessun rimpianto”.
L’Autore
Paolo Francesco Peloso lavora come psichiatra nei servizi pubblici in Liguria. È autore di oltre 400 saggi e monografie, molti dei quali dedicati allo studio critico delle istituzioni psichiatriche.