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Gregucci ricarica la Sampdoria: Andiamo alla ricerca della famiglia blucerchiata

Gregucci ricarica la Sampdoria: Andiamo alla ricerca della famiglia blucerchiata
Mister Gregucci

Il nuovo corso blucerchiato: Conta il gruppo, non i singoli

«Andiamo alla ricerca della famiglia Sampdoria. Non ci interessano i singoli, ma la squadra. In questo momento non è importante il chi, ma il come. So cosa vuol dire giocare a Marassi: questo è un popolo commovente nelle difficoltà. Il pubblico dobbiamo conquistarcelo». Così Angelo Gregucci, che insieme a Salvatore Foti ha appena assunto la guida tecnica della Sampdoria, presenta il debutto del nuovo corso blucerchiato. Domani alle 15, a Marassi, la Samp ospita il Frosinone in una sfida che segna l’inizio di una fase cruciale del campionato.

Gregucci evoca il senso di appartenenza della Samp d’oro: «Tutti quelli che passavano dalla Sampdoria negli anni ’80 e ’90 volevano finire la carriera qui. C’era senso di famiglia. Vi dico che Gianluca Vialli voleva finire qui, una cosa commovente».

Gregucci: Cerchiamo coesione, entusiasmo e solidità

Sul piano tecnico, l’allenatore blucerchiato mette al centro la compattezza del gruppo più che i moduli: «Abbiamo preso informazioni, lavoriamo insieme come staff. Attacco a una o due punte? La priorità è trovare un blocco molto unito, atteggiamenti corretti e mai perdere la testa. La sanzione disciplinare è un problema: a volte quando vai in orgasmo agonistico perdi la lucidità».

Gregucci sottolinea l’importanza della gestione della partita: «Oggi si cambia la metà della squadra, perché i cambi al 60° minuto possono essere determinanti. Non conta solo chi inizia, ma chi subentra. L’intera rosa si è predisposta bene, tutti hanno dato estrema disponibilità».

Coda un leader? I leader si riconoscono dai compagni

Sul ruolo di Massimo Coda, Gregucci è chiaro: «Io non posso imporre un leader. Un leader è riconosciuto da chi lavora insieme a lui. Quando giocavo, lo capivo dopo dieci minuti: era quello che mi toglieva dagli impicci nei momenti difficili. Coda? È uno che ha fatto gol ovunque. Se vive in area e arrivano i palloni, è quello che ha sgrullato più gabbie e più porte».

Il valore dei simboli e dei giovani

Riflettendo sul peso della maglia numero 10 affidata a Cherubini, Gregucci spiega: «Cherubini è importante, la maglia numero 10 della Sampdoria è importante. È un ragazzo con grandi qualità e vogliamo farlo crescere con la squadra. Avevo parlato di finale di Coppa del Mondo per spingere i ragazzi a pensare ai dettagli, perché nel calcio i dettagli fanno zero o tre punti».

L’allenatore insiste sulla mentalità: «Dobbiamo interpretare ogni gara con lucidità, determinazione e consapevolezza. Se ti alleni a sbagliare zero, riduci gli errori. Questa è la categoria dove il dettaglio fa la differenza. Le squadre che hanno grande mentalità non ti regalano niente».

Gregucci: A Marassi un popolo commovente: dobbiamo conquistarlo”

Gregucci racconta la sua emozione legata al Ferraris: «Quando lavori sulla compattezza psicologica e sul senso di responsabilità, il pubblico te lo devi conquistare. Io a Marassi l’anno scorso l’ho visto: nelle difficoltà è un popolo commovente. Cantavano l’inno e mi veniva da piangere».

Non mancano i riferimenti al passato glorioso e alla figura di Vialli: «Lascia perdere le qualità di Gianluca, Roberto, Attilio, Toninho, Invernizzi, Pellegrini e tutti gli altri. Stavano bene insieme in un ambiente che li faceva sentire figli, con Mantovani padre. Vialli, che aveva fatto Juventus e Chelsea, voleva finire qui: per me è commovente».

Gregucci: Serve umiltà, sacrificio e spirito di squadra

Gregucci chiude con un messaggio chiaro: «La squadra deve prendere consapevolezza, assumersi responsabilità e avere umiltà. Serve sacrificio e intelligenza per andare alla ricerca del risultato. Non è importante chi, ma come. Dobbiamo creare entusiasmo, cercare solidità e soluzioni. Siamo alla ricerca di quella famiglia che ha reso grande la Sampdoria. Se vogliamo combattere in ogni campo della Serie B, dobbiamo partire da lì».

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