La sindaca di Genova Silvia Salis interviene sulla crisi dell’ex Ilva, esprimendo forte preoccupazione per i mille lavoratori a rischio e chiedendo al Governo un intervento rapido e concreto sul futuro dello stabilimento di Cornigliano
Una preoccupazione che cresce con lo stallo della vertenza
La situazione dell’ex Ilva continua a destare allarme nelle istituzioni locali. La sindaca di Genova, Silvia Salis, ha definito «estremamente preoccupante» lo stallo totale in cui versa la vertenza, ricordando come un migliaio di lavoratrici e lavoratori genovesi rischino di perdere impiego e salario in un momento già segnato da tensioni sociali e incertezze produttive. A questo si aggiunge il timore di vedere ridimensionato uno degli asset industriali più importanti per Genova e per il Paese, oggi al centro delle mobilitazioni che stanno attraversando tutti i siti del gruppo.
La richiesta di risposte concrete al Governo
Salis ha puntato il dito contro l’assenza di una strategia chiara da parte del Governo, accusato di aver più volte mancato l’obiettivo di garantire un percorso stabile per l’azienda e i suoi dipendenti. Secondo la sindaca, il tempo delle attese è ormai finito e la città non può permettersi ulteriori rinvii. Fin dal proprio insediamento, l’amministrazione comunale ha sostenuto una linea netta a favore della difesa dei posti di lavoro e di una prospettiva industriale sostenibile per Cornigliano, assumendosi responsabilità politiche e istituzionali anche in momenti complessi. Una posizione che, a suo giudizio, non ha però trovato riscontro nelle azioni annunciate dall’esecutivo.
Vicinanza ai lavoratori e appello al senso di responsabilità
Nel suo intervento, la sindaca ha ribadito la «totale vicinanza» ai lavoratori genovesi e a quelli degli altri stabilimenti del gruppo, garantendo che il Comune continuerà a richiamare il Governo alle proprie responsabilità in ogni sede istituzionale utile. Allo stesso tempo, ha lanciato un appello affinché le forme di protesta restino nel pieno rispetto della cittadinanza, pur riconoscendo la legittimità e la comprensibilità della mobilitazione in corso.
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