I giudici del Tribunale di Genova ieri hanno condannato tre persone accusate di gestire un giro di scommesse clandestine e usura.
In particolare, Roberto Sechi è stato condannato a 6 anni e 4 mesi di reclusione, Giovanni Bizzarro a 8 anni e Fabio Praticò a 3 anni.
Il procuratore aggiunto Federico Manotti aveva chiesto rispettivamente 12 anni, 13 anni e sei mesi e 6 anni.
I tre imputati erano stati arrestati l’anno scorso ed era emerso che avevano ottenuto dalle vittime centinaia di migliaia di euro applicando tassi dal 10 al 20% mensile ma in alcuni casi anche del 20% settimanale.
E’ però caduta l’accusa di estorsione. Il reato è stato derubricato in esercizio arbitrario delle proprie ragioni, ma senza la querela delle persone offese il collegio giudicante ha prosciolto gli imputati.
Sechi era stato condannato nel 2006 con sentenza definitiva a cinque anni e quattro mesi, perché riconosciuto partecipe di un sodalizio di stampo mafioso presente sul territorio genovese e capeggiato dalla famiglia Fiandaca, di origine nissena.
Il gruppo avrebbe messo in piedi un sistema di raccolta di scommesse clandestine su eventi sportivi, gestito tramite gruppi WhatsApp.
Alcuni scommettitori, spesso ludopatici, per ripianare le perdite chiedevano soldi, sempre alla stessa banda che applicava i tassi usurari.
Secondo gli investigatori, i partecipanti potevano giocare formulando le puntate sugli eventi sportivi, maturando un debito corrispondente alla somma che avevano scommesso. Alcuni giocatori, in caso di perdita si indebitavano a tal punto da non riuscire a restituire le somme di denaro giocate.