Se chiedete a un tifoso “in pensione”, che ha viaggiato in lungo e in largo per seguire il suo club quale parte del tifo gli manca di più, vi risponderà le trasferte.
Sono queste le occasioni in cui il tifoso si trova a tu per tu con la parte più romantica del tifo: l’arrivo in territori ostili. Chiunque abbia mai viaggiato per amore calcistico è conscio del fatto che sarà in minoranza e che la parola d’ordine sarà “voce”.
Lo stadio nemico va affrontato, goduto e, per quanto possibile, domato. Per la maggior parte del tempo i tifosi di casa saranno i protagonisti dei boati e può sembrare frustrante essere bersaglio di sfottò a centinaia di chilometri da casa.
Ma non c’è niente di più bello di un gol in trasferta e vederlo dal vivo. Si diventa membri di un gruppo che conta pochi eletti. I veri tifosi.
La Trasferta è la Domenica del Tifoso Vero
Trasferta è sinonimo di pianificazione, organizzazione, e spesso sacrifici: la trasferta non è solo una partita in calendario.
C’è chi decide di rinunciare alle poche giornate libere da poter spendere in famiglia, chi ai risparmi, chi invece sacrifica il proprio riposo per non rinunciare alla propria fede. Qui il viaggio è tutto, dall’alba a notte fonda, tra panini che si sfaldano in viaggio, canti e aneddoti dei veterani.
In un universo dalle mille sfaccettature, anche i book come Betsson Italia si inseriscono, cogliendo lo spirito autentico di queste domeniche vissute ai margini del campo e proponendo quote e mercati che aumentano il coinvolgimento dei tifosi.
Stadi, tratte ferroviarie e coreografie
Macchinate, regionali ed autobus diventano nel fine settimana il simbolo dell’ultras. Ore di traffico, birre in autogrill o treni che vanno a passo d’uomo rallegrano le facce di chi ha sacrificato la comodità pur di risparmiare qualche spicciolo su una passione costosa.
Una volta arrivati al raduno, comincia finalmente il countdown: tutti gli stadi della Serie A(ma non solo) , dal Meazza al Maradona, dall’Olimpico al Franchi, sono costantemente sede di coreografie spettacolari e lotte di canti – e a volte purtroppo non solo quelli – tra le curve.
Autentiche opere d’arte si estendono lungo il settore ospiti sorrette dalle mani di migliaia di tifosi. Il lavoro realizzato in settimane, esposto per pochi secondi. Ma eccome se ne vale la pena.
Le rivalità più sentite
In una Italia per molti secoli divisa, l’astio tra i gloriosi regni si rivive oggi in ogni rivalità, tra quelle cittadine abbiamo Milan-Inter, Samp-Genoa, Juve-Toro e Roma-Lazio.
Congelano città, riempiono bar e svuotano le strade. Le amicizie per un giorno diventano secondarie.
Tra le rivalità interregionali più sentite abbiamo invece Inter-Juventus, Juventus-Fiorentina e Roma-Napoli, ma la lista potrebbe andare ancora avanti per ore. Tifoserie quindi lontane, che si scontrano due volte all’anno, e dove perciò la trasferta diventa (se non vietata) più sentita, energica, ricca di significato.
Sicurezza, tifo organizzato e gemellaggi
Non solo in Italia ma in tutta Europa, specialmente dopo la strage dell’Heysel, dagli anni 80’ le autorità competenti hanno assunto un ruolo centrale nell’organizzazione delle trasferte.
Ma se da un lato le rivalità accese impongono misure di sicurezza serrate, dall’altro esistono anche storie di solidarietà e legami profondi.
Accanto a centenarie rivalità, infatti, il panorama italiano è ricco anche di gemellaggi storici, dove le curve vivono la partita come momenti di fratellanza, segnate da cori comuni ed accoglienza reciproca.
Napoli-Genova, Verona-Fiorentina o Palermo-Venezia sono alcuni esempi di legami che si esprimono proprio in trasferta, trasformando in festa quello che spesso si traduce in guerra.
Tradizioni e racconti di trasferta
Alcuni si portano una bandiera, un portafortuna oppure un ricordo dei cari con i quali si condividevano questi momenti. Altri ancora si ritrovano ogni anno nella stessa trasferta.
Gli “away days” diventano perciò occasione per riportare in vita rituali e per avvicinare al mondo dello stadio le generazioni più giovani.
Esistono pagine social e gruppi online dedicati esclusivamente alle trasferte: si condividono foto, recensioni degli stadi, consigli per l’organizzazione e racconti di memorie in suolo nemico. La volontà della stessa comunità di dare vita ad una vera e propria memoria collettiva.