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Liguria, AVS denuncia lo stop ai fondi regionali per i beni confiscati alla mafia

Liguria, AVS denuncia lo stop ai fondi regionali per i beni confiscati alla mafia
Capogruppo regionale Selena Candia (Avs)

Cresce la tensione politica: Ritardo ingiustificato, Comuni e associazioni bloccati

In Liguria si accende il confronto politico sulla gestione dei beni confiscati alla mafia. Secondo Alleanza Verdi e Sinistra, la Regione avrebbe bloccato l’uscita del bando 2025 destinato al sostegno dei progetti di riutilizzo sociale dei beni sequestrati alla criminalità organizzata, lasciando in sospeso circa 600 mila euro già stanziati. A denunciarlo sono Selena Candia, capogruppo regionale di AVS, e Jan Casella, consigliere regionale e membro della Commissione Antimafia, che parlano di un ritardo “inaccettabile e incomprensibile”, soprattutto alla luce degli ottimi risultati ottenuti nel 2024.

Secondo i consiglieri, la mancata pubblicazione del bando avrebbe ripercussioni immediate su associazioni e amministrazioni locali, che restano in attesa di fondi necessari per avviare o proseguire percorsi di rigenerazione urbana e sociale. Candia e Casella sottolineano come i beni confiscati rappresentino un presidio fondamentale contro le infiltrazioni mafiose, strumenti capaci di restituire alle comunità spazi di cultura, accoglienza, legalità e servizi. A loro avviso, l’assenza del bando segna una scelta politica precisa, che interrompe una strategia considerata efficace nella prevenzione e nel contrasto ai fenomeni criminali.

La cornice politica e il confronto pubblico con Giovanni Impastato

Le critiche arrivano all’indomani di un incontro pubblico svoltosi al teatro dell’Ulivo di Arnasco, dove Jan Casella ha dialogato con Giovanni Impastato, fratello di Peppino, figura simbolo dell’antimafia sociale. L’iniziativa ha riportato al centro del dibattito il valore dei percorsi di educazione civica, della memoria e della gestione trasparente dei beni sottratti alle organizzazioni mafiose. Per AVS, la lotta alla criminalità organizzata passa anche attraverso gesti concreti e continuità amministrativa, elementi che il ritardo del bando 2025 rischierebbe di compromettere.

Centi: “Strumento efficace, ora servono atti concreti”

A sostenere la denuncia interviene anche Roberto Centi, primo presidente della commissione regionale antimafia e promotore della legge ligure dedicata al recupero dei beni confiscati. Centi ricorda come la relazione annuale della Giunta avesse riconosciuto il valore dello strumento normativo, evidenziandone l’impatto positivo sul riuso sociale, culturale e istituzionale di immobili spesso abbandonati o sottratti ai clan.

Il consigliere sottolinea che grazie alla legge regionale molti immobili sono stati trasformati in alloggi temporanei per persone in difficoltà, spazi per famiglie vulnerabili, sedi per attività di protezione civile, strutture polifunzionali anche a supporto del settore sanitario, luoghi destinati a progetti educativi sulla legalità e immobili agricoli capaci di generare nuove opportunità occupazionali. Per Centi, un elogio formale a questo sistema non può restare isolato, ma deve tradursi in azioni immediate e coerenti, a partire dalla pubblicazione del nuovo bando.

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