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Sciopero agenzia Dire, sindacato giornalisti: licenziamenti illegittimi e immotivati

Agenzia di stampa Dire (immagine di repertorio)

I responsabili dell’Associazione Ligure Giornalisti (Alg) hanno espresso “solidarietà e sostengono la lotta dei colleghi dell’agenzia Dire che hanno proclamato sciopero ieri e oggi”.

La decisione è stata presa dall’assemblea ieri pomeriggio dopo che l’azienda ha comunicato alle rappresentanze sindacali la scelta di non ritirare la procedura di licenziamento di 15 giornalisti (oltre a 13 grafici).

“I licenziamenti – hanno spiegato dal sindacato dei giornalisti – sono illegittimi e immotivati visto anche il decreto per le agenzie di stampa che partirà a gennaio e che garantirà risorse statali a tutte le agenzie nazionali, come la Dire.

L’Associazione Ligure Giornalisti continuerà a sostenere i colleghi della Dire ribadendo, come è stato fatto ieri, che l’azienda deve ritirare la procedura di licenziamento, condizione fondamentale per poi avviare un confronto sul futuro dell’agenzia”.

Nei giorni scorsi anche gli esponenti di varie istituzioni e partiti politici, di maggioranza e di minoranza, avevano espresso piena solidarietà ai giornalisti dell’agenzia Dire.

Ecco il testo diffuso ieri del Comitato di redazione: “I giornalisti dell’Agenzia Dire proclamano lo sciopero immediato per la restante parte della giornata di oggi e per tutta la giornata di domani, mercoledì 11 ottobre, alla luce dell’esito negativo dell’incontro che si è svolto stamattina tra la delegazione dei lavoratori e l’azienda e in risposta all’atteggiamento di chiusura della stessa.

Il CdR e le rappresentanze sindacali, nel corso della riunione, hanno chiesto all’azienda il ritiro della procedura di licenziamento collettivo di 28 dipendenti annunciato a fine settembre, ritenendola illegittima e immotivata, ma la richiesta non è stata accolta.

L’assemblea dei redattori ha deciso pertanto di proclamare lo sciopero immediato in risposta alla chiusura dell’azienda, ribadendo che trova la strada intrapresa incomprensibile e inaccettabile soprattutto perché arriva a un passo dall’entrata in vigore del nuovo decreto del Governo per i finanziamenti alle agenzie di stampa”.