“È surreale quanto accaduto oggi in II Commissione: l’assessore alla Sanità Massimo Nicolò (FdI) e il direttore generale Paolo Bordon non hanno presenziato alle audizioni con le parti sociali fino al termine dei lavori. Parliamo di una riforma dai contorni incerti, sulla quale gravano ancora troppi interrogativi benché debba entrare in vigore già dal prossimo 1° gennaio. Su cambiamenti di questa portata, che non esito a definire epocali, il confronto non è un dettaglio. Anzi, è la condizione minima di credibilità delle istituzioni”.
Lo ha dichiarato oggi, a margine della II commissione regionale Salute e Sicurezza sociale, il capogruppo del M5S Stefano Giordano.
“È inaudito che, nel cuore del confronto con le organizzazioni sindacali – ha aggiunto Giordano – chi ha in mano le redini del comparto non si sia degnato di dedicare l’intera mattinata all’ascolto.
Poco dopo le 10.30, mentre le parti sociali erano tutte presenti e si entrava nella fase più importante delle audizioni, in commissione non c’era più nessuno della giunta Bucci e della direzione generale. Non esistono appuntamenti più importanti dell’ascolto dei lavoratori quando si riscrive il sistema sanitario regionale.
Ricordo che si tratta di una riforma che impatterà su migliaia di dipendenti.
In un mondo normale, questi cambiamenti verrebbero messi in atto dopo un confronto reale con le parti sociali e la sottoscrizione di protocolli d’intesa.
In un mondo normale, prima si ascolta, poi si concordano le tutele e solo dopo si scrivono le norme.
Qui invece rischiamo di arrivare a una riforma ‘a sorpresa’, calata dall’alto come nella peggiore tradizione delle destre al governo, senza una cornice economico-finanziaria chiara. Senza risorse definite e senza un percorso condiviso, rischiamo un salto nel buio e a pagarne le conseguenze saranno cittadini e lavoratori”.



















































