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Rifiuti, centrodestra: Pd non conosce la legge. Spetta ai sindaci indicare luogo impianto

Montale (PT): uno dei termovalorizzatori da anni in attività nella Regione Toscana

“Quando il Pd parla di rifiuti, l’unico vantaggio è che non ci si pone il problema di dove smaltire le assurdità che dicono i suoi rappresentanti, visto che periodicamente ci pensano da soli a riciclarle.

Oggi i consiglieri regionali della minoranza sono tornati a chiedere che sia Regione Liguria a indicare il sito dove realizzare l’impianto di conclusione del ciclo. Non avendo neppure mai pensato di mettere mano al problema quando governavano loro, facendo schizzare i costi dello smaltimento e quindi le bollette dei liguri alle stelle, i compagni continuano a sbagliare perché non conoscono neppure la legge regionale.

La norma prevede infatti che siano i sindaci a indicare la disponibilità del proprio territorio a ospitare il sito.

Regione Liguria non ha mai imposto alcunché dall’alto come sono abituati a fare loro, anche la stessa legge regionale prevede semmai il contrario.

Ora che arrivano anche da sinistra posizioni a favore di un impianto nel Savonese, probabilmente il Pd non sa come uscirne.

Sempre e solo capace a dire no, magari vorrebbe che qualcun altro si facesse carico di dire sì: se avesse per una volta la capacità di fare una proposta per indicare un luogo adatto, saremmo lieti di ascoltare e valutare il loro suggerimento”.

Lo hanno dichiarato oggi i capigruppo della maggioranza in Regione Liguria, Rocco Invernizzi (Fratelli d’Italia), Matteo Campora (Vince Liguria-Noi Moderati), Sara Foscolo (Lega), Carlo Bagnasco (Forza Italia) e Giovanni Boitano (Orgoglio Liguria) replicando alle polemiche sollevate stamane dal Pd sull’individuazione del sito dove realizzare l’impianto di chiusura del ciclo dei rifiuti.

“Parafrasando – hanno infatti dichiarato i consiglieri regionali del Pd Roberto Arboscello e Davide Natale (segretario Pd ligure e vice presidente commissione Ambiente) – una canzone degli anni 80 si potrebbe dire: ‘C’è da spostare un termovalorizzatore, devi metterlo là’.

Dopo aver pensato di portarlo in Valbormida, poi a Scarpino e nei giorni scorsi persino a Rapallo per far sciare i turisti (facendo ridere anche i sassi della diga), ora si torna a parlare di Valbormida, con i sindaci che devono risolvere il problema dei rifiuti liguri, quando invece dovrebbe essere Bucci e la giunta regionale a farlo.

In questo modo la Valbormida potrebbe diventare, secondo alcuni, la terra dei sogni. Esprimi un desiderio e si farà con i soldi che porterà l’energia prodotta dal termovalorizzatore. Una nuova lampada di Aladino pronta a esaudire tutti.

La pianificazione regionale non esiste più, il ruolo della giunta nemmeno, tutto è caricato sulle spalle dei territori e di compensazioni fantasiose per far digerire anche piatti più indigesti.

Lo ribadiamo ancora una volta, la responsabilità è di Regione Liguria e deve essere la giunta a individuare le soluzioni più idonee per i cittadini, sia dal punto di vista ambientale che economico-finanziario per risolvere il problema, smettendo di giocare allo scaricabarile.

In questo quadro, inoltre, non si capisce cosa serva mantenere in piedi l’Agenzia dei rifiuti un vero e proprio carrozzone sulle spalle dei liguri. Serve responsabilità”.

In mattinata sono intervenuti anche il consigliere regionale di Avs Jan Casella e la consigliera comunale di “Cairo in Comune” Giorgia Ferrari: “La posizione della Val Bormida è stata chiara fin da subito. I cittadini non vogliono un inceneritore, che metterebbe in pericolo la salute, l’ambiente e l’economia dell’intera vallata.

Non cederemo al ricatto delle compensazioni. Se un progetto è dannoso per il territorio, non esistono motivi validi per cambiare idea. Ci opporremo in ogni modo a questo impianto per lo smaltimento dei rifiuti, che metterebbe una pietra tombale su ogni possibilità di sviluppo per il comprensorio.

Nelle ultime settimane, alcuni amministratori della Val Bormida hanno cambiato idea rispetto al documento unitario firmato a febbraio da tutti i sindaci, con cui si esprimeva parere contrario a questo impianto. Ci chiediamo per quale motivo ci sia stata un’inversione di rotta così radicale in pochi mesi.

La popolazione della Val Bormida si è espressa chiaramente contro questo progetto, partecipando in massa alle assemblee e alle manifestazioni di dissenso.

È inaccettabile il tentativo di ricattare i cittadini, ipotizzando opere pubbliche solo in cambio dell’inceneritore. La Val Bormida continua ad essere considerata la pattumiera della Liguria, dove confinare le attività inquinanti e dannose per la salute. Ci opponiamo a questa visione del territorio, che prevede ricchi profitti per pochi fortunati e danni incalcolabili per la popolazione locale”.