Un reparto in emergenza: Ortopedia ridotta all’osso
Mentre la giunta Bucci continua a proporre piani sanitari e proclami sulla “centralità del paziente”, la situazione reale per i cittadini spezzini racconta un dramma quotidiano.
Il reparto di Ortopedia dell’ASL5 La Spezia è al collasso: posti letto tagliati da 24 a 8, organico ridotto a meno della metà, interventi programmati crollati e tempi di attesa che arrivano fino a due anni per protesi d’anca e ginocchio. Lo dichiara Enrico Pieraccini, segretario provinciale della Spezia del PCI.
Anni di tagli e privatizzazioni: il prezzo lo pagano i cittadini
Questa crisi della sanità ligure è il risultato di anni di tagli, privatizzazioni striscianti e disinteresse verso la sanità pubblica. Un modello che mette il profitto davanti al diritto alla cura e lascia lavoratori, pensionati, disoccupati e giovani in lista d’attesa. Le fughe di pazienti verso altre province e regioni, con costi aggiuntivi milionari per l’ASL5 La Spezia, mostrano il fallimento di un sistema che non garantisce più servizi essenziali.
Strutture inadeguate e dignità calpestata
Ambulatori trasformati in saune d’estate, mancanza di comfort e condizioni indegne per chi soffre completano il quadro di un disastro annunciato. Le interrogazioni regionali e le promesse non bastano: servono interventi concreti e immediati per salvare la sanità pubblica nella provincia spezzina.
Le richieste del PCI per salvare Ortopedia
Il Partito Comunista Italiano della Spezia avanza richieste precise per invertire la rotta:
- Ripristino integrale dei posti letto nel reparto di Ortopedia dell’ospedale Sant’Andrea e potenziamento del presidio di Sarzana con un’unità ortopedica autonoma.
- Assunzione urgente di personale medico e infermieristico a tempo indeterminato, con condizioni di lavoro che favoriscano la permanenza.
- Investimenti pubblici strutturali per creare ambienti sanitari moderni, accoglienti e rispettosi della dignità dei pazienti.
- Revisione della governance dell’ASL5 La Spezia, oggi incapace di garantire servizi minimi e trasparenza.
Difendere la sanità pubblica: una battaglia politica e sociale
“La sanità pubblica non è un’azienda, né un parcheggio di nomine politiche. È un diritto costituzionale e un pilastro dello Stato sociale, che va difeso con i fatti, non con le parole.”
Il PCI si schiera al fianco dei cittadini, dei comitati e dei lavoratori della sanità. “Basta tagli, basta ritardi, basta silenzi. È ora che chi ha causato questa situazione ne risponda politicamente e amministrativamente.”
PCI: La sanità pubblica non si svende. Si difende
Enrico Pieraccini, segretario provinciale del Partito Comunista Italiano della Spezia, ribadisce l’impegno: “Continueremo a difendere la sanità pubblica, piazza dopo piazza, reparto dopo reparto.”