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Nei guai tre furbetti del bonus taxi

Nei guai tre furbetti del buono taxi
Taxi in piazza De Ferrari a Genova (foto d'archivio)

Ne hanno usufruito quando l’anziana era deceduta

Utilizzavano la carta prepagata “Bonus taxi” di un’anziana signora genovese, ormai deceduta, per fruire per scopi personali del servizio messo a disposizione durante l’emergenza Covid-19 da Regione Liguria per consentire spostamenti in sicurezza sulla rete regionale dei servizi taxi e noleggio alle persone over 75 o in appurate condizioni di fragilità.

Nei guai è finito A.S, genovese, nominato amministratore di sostegno dal Tribunale di Genova in data 31 gennaio 2020 della signora L.R., beneficiaria del bonus, la quale, rimasta priva di familiari, non era più in grado di provvedere a se stessa e alle sue esigenze.
In data 19 novembre 2020, Filse ha accolto la richiesta di bonus taxi presentata per conto dell’anziana signora dall’amministrazione di sostegno. Il 9 dicembre, la donna è però deceduta. Ciò nonostante, due giorni dopo, A.S. si è recato presso uno sportello della banca Carige per ritirare la carta prepagata.

Oltre a A.S., hanno fruito impropriamente del servizio “Bonus taxi” anche P. P. A., di origini cilene, badante della donna, e il figlio di lei, S. A. P..

Gli agenti sono riusciti a risalire ai loro nominativi grazie a un incrocio dei dati provenienti dai tabulati del gestore della carta con l’elenco delle utenze telefoniche da cui era stato richiesto il servizio taxi alla Cooperativa Radiotaxi Genova.

Stando a quanto rilevato, in seguito alla morte della signora L.R., molteplici sono state le transazioni sulla carta prepagata. Tre sono le utenze cellulari individuate, i cui intestatari altri non sono che i tre indagati. Alle loro abitazioni/ufficio corrispondono invece le località in cui i servizi erano richiesti.

Il Reparto della Polizia Giudiziaria ha deferito alla Procura della Repubblica i tre:
Per A.S., in ordine al reato di cui agli art. 314 del codice penale (peculato)  perché, nella sua qualità di amministratore di sostegno, utilizzava contributi erogati da Regione Liguria (carta prepagata bonus taxi) della persona amministrata nonostante questa fosse deceduta.

Per P.P.A. il reato contestato è quello di cui agli art. 493ter, 646, 61/11° del codice penale perché, nella sua qualità di prestatrice d’opera (badante), utilizzava contributi erogati da Regione Liguria della persona accudita nonostante questa fosse deceduta.

Anche per suo figlio S.A.P. il reato contestato è quello all’art. 493ter del codice penale perché, per procurarsi un ingiusto profitto, ha utilizzato indebitamente i contributi erogati per il “bonus taxi”.