Replica di FdI: “L’opposizione nei confronti delle commemorazioni di tutti i Caduti è una grave violazione dei principi costituzionali fondamentali”
“Deporre una corona istituzionale sulla lapide dei repubblichini non è un gesto neutrale. È una scelta politica. E quando un’amministrazione comunale, come quella di Rapallo, compie un gesto politico in nome della città, deve sapere che sta parlando a nome di tutti. La Repubblica Italiana è nata dalla Resistenza, non dalla Repubblica Sociale di Salò. Per questo non è possibile, né legittimo, usare simboli e risorse pubbliche per onorare chi combatté contro la libertà e contro la stessa democrazia che oggi celebriamo”.
Lo ha dichiarato ieri il consigliere regionale Gianni Pastorino, capogruppo della Lista Andrea Orlando Presidente e rappresentante di Linea Condivisa, in merito alla decisione dell’amministrazione comunale di Rapallo di onorare, il 4 novembre, come da tempo fa ogni anno, anche la lapide dedicata ai Caduti della Repubblica Sociale Italiana (RSI) di Salò.
Il programma della celebrazione per la Festa di unità nazionale e delle Forze armate in programma oggi a Rapallo prevede infatti che rappresentanze del Comune e delle associazioni patriottiche, combattentistiche e d’arma deporranno in forma privata corone di alloro al campo dei militari; monumento all’Alpino presso il cimitero monumentale; giardini dei partigiani; parco delle rimembranze e monumento al bersagliere a San Michele di Pagana; lapide a ricordo dei Caduti civili in piazza Canessa; monumento ai carristi; monumento ai marinai d’Italia; cippo dell’aviatore; cippo degli autieri morti in guerra; cippo ai marinai d’Italia; cippo aviatori; cippo ai Caduti in guerra; lapide ai Caduti della Repubblica di Salò; monumento ai Martiri delle foibe.
“Non si tratta – ha aggiunto Pastorino – di negare la pietà dovuta a ogni vita spezzata. La pietà appartiene al privato, alle famiglie, alla coscienza civile di ciascuno. Ma la memoria istituzionale non è neutra. Rappresenta i valori fondativi dello Stato. E non può rendere omaggio, con simboli pubblici e risorse pubbliche, a chi ha combattuto contro la Repubblica che oggi quelle istituzioni rappresentano.
Lo ricordiamo ancora una volta. La Repubblica Sociale Italiana non fu un semplice ‘frammento di storia complessa’, ma un regime collaborazionista con l’occupante nazista, che partecipò attivamente a stragi come Sant’Anna di Stazzema e la Benedicta. Episodi nei quali vennero massacrati civili, donne, anziani, bambini”.
“La Costituzione italiana – ha aggiunto Francesco Angiolani, capogruppo della lista ScegliAmo Rapallo e Partito democratico in consiglio comunale a Rapallo – è antifascista nella sua essenza e il ricorso a risorse pubbliche per onorare chi combatté contro i valori democratici è un affronto alla storia e alla memoria collettiva.
La vera pacificazione non consiste nel ‘mettere tutto sullo stesso piano’, ma nel riconoscere con chiarezza da che parte si è costruita la libertà. La memoria condivisa non nasce cancellando i ruoli, ma assumendosi la responsabilità della storia.
Per questo riteniamo grave che il Comune di Rapallo, anche quest’anno, abbia scelto di deporre una corona istituzionale presso la lapide ai repubblichini del cimitero di Cerisola.
Non si tratta di una tradizione innocua. E’ un messaggio politico. Chiediamo pertanto che tale gesto venga interrotto. La memoria pubblica non può contraddirsi da sola”.
Il coordinamento cittadino di Fratelli d’Italia di Rapallo e Zoagli ha invece diramato un comunicato con cui si richiama al “diritto alla pietà umana e ai principi costituzionali contro l’intolleranza ideologica”.
“L’atteggiamento di sistematica opposizione manifestato da certi settori politici nei confronti delle commemorazioni di tutti i Caduti – hanno spiegato da FdI – configura una grave violazione dei principi costituzionali fondamentali e rappresenta un’inaccettabile forma di discriminazione ideologica.
Il diritto di commemorare i defunti trova solido fondamento nell’articolo 21 della Costituzione, che garantisce la libera manifestazione del pensiero, nell’articolo 19 che tutela la libertà religiosa e di culto, e nell’articolo 2 che riconosce i diritti inviolabili dell’uomo. L’articolo 3 sancisce inoltre l’uguaglianza di tutti i cittadini senza distinzione di opinioni politiche.
La giurisprudenza di legittimità ha chiarito con inequivocabile fermezza che le commemorazioni animate da genuina pietà umana verso i defunti non possono essere oggetto di censura. La Corte di Cassazione penale ha stabilito che cerimonie commemorative, quando ‘rivolte esclusivamente ai defunti in segno di omaggio ed umana pietà’, sono costituzionalmente tutelate e non possono assumere rilevanza penale.
L’ostracismo manifestato da questi ambienti rivela un’inquietante deriva autoritaria che contrasta con i valori democratici. Tale comportamento si configura come censura preventiva che viola il principio di uguaglianza costituzionale. È particolarmente censurabile l’atteggiamento di chi nega il diritto alla pietà umana verso i defunti sulla base delle loro appartenenze politiche.
Questa intolleranza si fonda su una concezione manichea della storia che nega dignità umana a coloro che hanno sacrificato la propria vita per ideali che ritenevano giusti. Tale atteggiamento contrasta con il principio di riconciliazione nazionale che dovrebbe ispirare una democrazia matura, capace di distinguere tra la condanna delle ideologie e il rispetto dovuto alla memoria dei defunti.
L’opposizione sistematica alle commemorazioni manifesta una preoccupante asimmetria nel trattamento della memoria storica, creando una gerarchia della pietà umana che è costituzionalmente inaccettabile e moralmente ripugnante.
La Costituzione italiana non ha mai inteso negare il diritto alla pietà verso i defunti. La Corte Costituzionale ha chiarito che manifestazioni di pietà verso i defunti non possono assumere carattere penalmente rilevante quando animate da genuina compassione umana.
L’atteggiamento di chiusura di questi settori politici configura una violazione dei principi costituzionali che non può essere tollerata in uno Stato di diritto. Il diritto alla commemorazione dei defunti costituisce espressione di quei ‘diritti inviolabili dell’uomo’ che nessuna maggioranza politica può legittimamente comprimere.
È tempo di denunciare questa forma di intolleranza ideologica che mira a perpetuare divisioni. Chi si oppone al diritto costituzionale di commemorare tutti i defunti manifesta un settarismo antitetico ai valori democratici.
La democrazia italiana ha il dovere di garantire che il diritto alla pietà umana verso tutti i defunti sia rispettato, indipendentemente dalle loro appartenenze politiche. Solo attraverso il riconoscimento della dignità di tutti coloro che hanno sacrificato la propria vita sarà possibile costruire quella riconciliazione nazionale che costituisce presupposto indispensabile per una convivenza civile fondata sui valori costituzionali.
La commemorazione dei Caduti, quando animata da genuina pietà e priva di intenti restaurativi, rappresenta un diritto costituzionalmente garantito che nessuna forza politica può legittimamente ostacolare. Chi si oppone manifesta un’intolleranza che deve essere respinta con la fermezza che la tutela dei diritti costituzionali impone”.




















































