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Il Nano Morgante | Esistenze al lavoro

Il Nano Morgante | Esistenze al lavoro

Per dato storico all’ingrosso, è indubbio che dal modernismo in qua, all’insegna e in nome del lavoro, l’ esistenza dell’ individuo sia stata totalizzata: tantoché il lavoro, nella sua costitutiva funzione, ha sottomesso e sottomette, più o meno consapevolmente, buona parte dell’umanità incivilita.

Pertanto, se taluni si assegnano per mezzo del lavoro il destino della certitudo salutis (la certezza della salvezza eterna di chi si impone socialmente a livello economico-professionale, leggendo Max Weber), talaltri vi si impegolano unicamente per sortirne sostentamento economico.

Sia come sia, accanto alla salvezza eterna, piuttosto che alla rispettabilità mondana della categorizzazione sociale o anche alla salvezza terrestre del sostentamento economico, è possibile considerare anche, lateralmente, la dimensione della salvezza colloquiale. 

In relazione a tale dimensione laterale, è facile profetizzare che al venir meno del lavoro per motivi di età, la colloquialità del lavoratore rischia di precipitare inesorabilmente nella vuota solitudine della virtualità-social e/o in quel che resta di un dialogo domestico-familiare  azzerato dagli effetti ipnotici mediatici.

Viceversa, in presenza di un lavoro, si rende possibile quella colloquialità altrimenti e altrove impensabile, osservando il guardingo solitario individuo mentre vagola tra la folla sconosciuta. 

Fatto sta che questo individuo (maschio, perlopiù), estromesso giocoforza dal ruolo lavorativo, inganna e si inganna, quando sostiene di essere finalmente libero.

Sia come sia, supponendo una dicotomia categoriale fittizia, se è vero che il lavoro fisico azzera noia, vizi e bisogni (cit. Voltaire) e se è vero che il lavoro intellettuale, sotto certi aspetti, induce alla cultura del colloquio, in generale l’ estromissione dal lavoro  corrisponde ad un deciso ridimensionamento dei contatti sociali e delle sue opportunità.

In sintesi, con poche differenze rispetto al tipo di lavoro,  l’individuo,  potendo, gradisce trascorrere l’ intera vita in versione professionale, ben prevedendo che, in versione pensionato, dovrà fare i conti con un inesorabile tempus tacendi (cit. Ezra Pound). Massimiliano Barbin Bertorelli

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