Il ritiro come momento di riflessione e coesione per i blucerchiati
Alla vigilia di Venezia–Sampdoria, in programma domani sera alle 19:30 allo stadio “Penzo”, Angelo Gregucci, che guida i blucerchiati insieme a Salvatore Foti, ha parlato con grande schiettezza. Dopo tre giorni di ritiro a Veronello, l’obiettivo è uno solo: ricompattare il gruppo e ritrovare l’identità di squadra. «Il ritiro serve per stare insieme e risolvere le cose insieme. Non abbiamo un Dio del calcio che possa sistemare la situazione al posto nostro. Dobbiamo assumerci le responsabilità e reagire come uomini», ha spiegato il tecnico doriano.
Gregucci ha ribadito che la permanenza in ritiro è stata una scelta condivisa e utile per affrontare il difficile momento. «È una presa di coscienza collettiva. Abbiamo chiesto ai ragazzi sacrifici, ma è proprio nei momenti più complicati che si costruisce la vera squadra. Il ritiro serve a ritrovarsi, a guardarsi in faccia e a capire cosa vogliamo davvero diventare».
La consapevolezza del momento: «Siamo in fondo alla classifica e dobbiamo lottare»
Con la Sampdoria all’ultimo posto della Serie B 2024-2025, il mister non si nasconde dietro le parole: «Siamo in fondo alla classifica, questa è la realtà. E dobbiamo lottare, perché nessuno ci tirerà fuori da questa situazione se non noi stessi».
Gregucci ha chiesto un cambio di atteggiamento dentro e fuori dal campo: «Le alchimie e le chiacchiere non servono a niente. Tutti, dal direttore al magazziniere, devono dare qualcosa in più. Non basta fare un buon primo tempo o qualche numero positivo: bisogna essere più determinati, più concreti e più squadra».
Il tecnico blucerchiato ha sottolineato anche il valore del gruppo e dell’impegno quotidiano: «Quando vai in ritiro e c’è partecipazione, in campo deve esserci la stessa intensità. La Sampdoria deve riconoscere i momenti di difficoltà e saperli superare insieme. È l’unico modo per tornare a rappresentare al meglio i nostri colori e il nostro popolo».
La sfida col Venezia: un test quasi proibitivo ma decisivo per il morale
Domani al “Penzo” la Sampdoria affronterà un Venezia solido e ambizioso, costruito per tornare subito in Serie A. Gregucci conosce bene il valore dei lagunari e del loro allenatore Giovanni Stroppa, con cui aveva condiviso gli anni alla Lazio nei primi anni Novanta. «Il Venezia è una squadra strutturata per vincere il campionato. Ha idee forti e un’identità chiara. Stroppa conosce benissimo questa categoria e sa come vincerla. Per noi sarà una partita difficile, ma dobbiamo fare l’impossibile. Solo così potremo risollevarci».
Il mister blucerchiato ha parlato anche delle possibili scelte di formazione, ma senza sbilanciarsi: «Valuteremo tutto con lo staff medico, ma l’importante è che chi scende in campo lo faccia con la mentalità giusta. Non serve inventarsi alchimie tattiche: serve solo la volontà di lottare e rappresentare degnamente la Sampdoria».
L’identità blucerchiata e il ritorno di Attilio Lombardo nello staff
Tra le note positive di questo periodo c’è il ritorno di Attilio Lombardo nello staff tecnico. Gregucci lo ha accolto con parole di grande stima: «Volete raccontare voi ad Attilio Lombardo cos’è la Sampdoria? Nessuno conosce meglio di lui lo spirito blucerchiato. È una figura fondamentale per trasmettere sacrificio, senso di famiglia e identità. In questo momento abbiamo bisogno di persone che incarnino questi valori».
Lombardo, già bandiera della Sampdoria campione d’Italia nel 1991, è tornato a Genova per dare il suo contributo tecnico e umano, rafforzando il legame tra la squadra e la sua storia. «Il suo ritorno – ha aggiunto Gregucci – è un segnale forte. Attilio rappresenta il DNA di questa società. Con lui possiamo ricostruire il senso di appartenenza che serve per uscire da questa crisi».
Obiettivo: ritrovare fiducia, orgoglio e punti
Con la trasferta di Venezia all’orizzonte, la Sampdoria è chiamata a una prova di orgoglio. «È il momento di alzare la testa e mettere da parte ogni scusa. Servirà lo 0,1% in più da parte di tutti per ridare autostima a questa squadra», ha concluso Gregucci. «Dobbiamo lottare con la faccia in alto e il petto in fuori. Solo così potremo tornare a rappresentare con dignità la nostra maglia e i nostri tifosi».
La speranza, tra i tifosi blucerchiati, è che la sfida di Venezia possa segnare l’inizio di una nuova fase, fatta di compattezza e risultati. Perché, come ha ricordato il tecnico, «le parole non bastano: servono fatti, sudore e orgoglio».
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