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False fatture e truffa all’Arsenale di La Spezia: 18 indagati tra cui ex alti ufficiali della Marina

False fatture e truffa all’Arsenale di La Spezia: 18 indagati tra cui ex alti ufficiali della Marina
L'entrata dell'Arsenale alla Spezia

Inchiesta su corruzione e frodi fiscali: beni sequestrati per 9 milioni di euro

Una vasta inchiesta coordinata dalla Procura di La Spezia ha portato alla luce un presunto sistema di false fatturazioni, truffe ai danni dello Stato e corruzione all’interno dell’Arsenale militare. A essere coinvolti sono 18 indagati, tra cui spiccano un ammiraglio, un contrammiraglio e tre funzionari civili. Al centro delle indagini, condotte dalla Guardia di Finanza e dalla Compagnia Carabinieri Polizia Militare Marina, c’è un giro di fatture false per oltre 14 milioni di euro e una fitta rete di rapporti tra alcune aziende e l’amministrazione militare.

A seguito degli interrogatori svolti ad aprile, il giudice per le indagini preliminari ha emesso un’ordinanza cautelare che dispone il sequestro preventivo di beni per circa 9 milioni di euro nei confronti di tre indagati. Sei le persone per le quali si ipotizza il reato di associazione per delinquere. I cinque militari coinvolti non ricoprono più incarichi all’interno della Marina Militare.

Falsi appalti e lavoratori somministrati illecitamente: lo schema truffaldino

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, le società coinvolte emettevano fatture per servizi mai realmente prestati, mascherando rapporti di lavoro subordinati attraverso falsi contratti di appalto. Il personale, pur appartenendo formalmente a ditte fittizie o non strutturate adeguatamente, veniva in realtà somministrato ad aziende operative, eludendo le normative fiscali e previdenziali.

Questo sistema avrebbe generato crediti IVA indebiti per circa 3 milioni di euro, oltre a permettere vantaggi economici illeciti e gravi danni all’erario. Complessivamente, il valore delle fatture false accertate supera i 14 milioni di euro.

Reati ipotizzati: dalla truffa alla turbativa d’asta

Le accuse a vario titolo comprendono corruzione, truffa ai danni dello Stato, frode nelle pubbliche forniture, oltre a reati di natura fiscale e tributaria. Tra i capi d’imputazione figurano anche la turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e l’omessa denuncia di reato. I sequestri disposti dal gip comprendono denaro contante, immobili, gioielli, quote societarie e buoni fruttiferi postali, per un valore complessivo superiore a 1,6 milioni di euro.

La posizione della Marina Militare: piena collaborazione con la magistratura

In una nota ufficiale, la Marina Militare ha ribadito la propria totale fiducia nell’operato della magistratura, assicurando la massima collaborazione con le autorità competenti. L’Istituzione ha inoltre sottolineato il suo impegno costante nella promozione di legalità, trasparenza e sicurezza, dissociandosi da ogni comportamento che risulti incompatibile con i valori della Forza Armata.

Il caso ha suscitato grande clamore per la delicatezza degli incarichi ricoperti da alcuni degli indagati e per le ripercussioni su uno degli snodi strategici della logistica e della difesa nazionale, quale l’Arsenale della Marina Militare di La Spezia.

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