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Droga e mafia nell’Imperiese, GdF arresta 19 italiani e 7 stranieri

Guardia di Finanza (foto di repertorio)

Maxi operazione della Guardia di Finanza di Imperia, accompagnata dal Gruppo di investigazione sulla criminalità organizzata di Genova e dal Servizio centrale, che dall’alba di stamane sta eseguendo 26 ordinanze di custodia cautelare per traffico di sostanze stupefacenti e associazione a delinquere di stampo mafioso.

Tre persone sono ai domiciliari, le altre tutte in carcere. Sette gli indagati stranieri (quattro albanesi, due ecuadoriani e un cubano).

Diciassette indagati sono accusati di essere componenti di un’associazione a delinquere diretta dalla ‘ndrina De Marte-Gioffrè, originaria di Seminara (Reggio Calabria), ma da anni radicatasi a Diano Marina e operativa nella provincia di Imperia dal 2020.

Due indagati all’epoca dei fatti contestati, erano minorenni.

“È la prima volta che in Liguria emerge la diretta partecipazione di persone minorenni in fenomeni criminali associativi di tale caratura” ha sottolineato la procuratrice del Tribunale dei minori di Genova Tiziana Paolillo.

Secondo gli inquirenti, il sodalizio si occupava di coltivazione, trasporto, rivendita e cessioni di cocaina, hashih e marijuana. Per farlo, sono accusati di aver utilizzato diversi appartamenti, telefonici criptata, automobili anche noleggiate e una pistola.

In alcuni casi, i carichi di droga sarebbero stati trasportati anche su autobus di linea della tratta Reggio Calabria-Ventimiglia.

Gli inquirenti, coordinati dalla Procura della Repubblica di Genova, ritengono che il sodalizio agisse “con modalità riconduzioni alle organizzazioni mafiose”, imponendo il proprio monopolio sui traffici di sostanze di stupefacenti a Diano Marina e dintorni, anche attraverso violenze e minaccia, talvolta anche a mano armata. Uno degli indagati è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.

Agli indagati, dunque, sono contestati 56 episodi di acquisto, cessione, trasporto di quantitativi di cocaina e marijuana, nonché di coltivazione di marijuana, la detenzione di una pistola e i reati di lesioni, furti di mezzi di trasporto, estorsione e minaccia, tutti aggravare dal metodo mafioso.

Dalle indagini è emerso che il sodalizio criminale fosse guidato dall’indagato Domani Gioffrè, già agli arresti domiciliari, che assieme a Giovanni De Marte e ad altri componenti della famiglia De Marte, sempre secondo l’accusa, sarebbe riuscito a dare vita a una florida attività di traffico di stupefacenti nella provincia di Imperia, grazie a diretti approvvigionamenti dalla Piana di Gioia Tauro, avvalendosi di canali privilegiati contigui alla ‘ndrangheta.

Il centro operativo e decisionale dell’associazione è stato identificato nella residenza della famiglia De Marte a Diano Castello, sorvegliata dagli inquirenti con telecamere e microspie. È in questa sede che dalle indagini emerge che venivano prese tutte le decisioni sul traffico di sostanze stupefacenti dalla Calabria ed è qui che la droga veniva tagliata e nascosta, è qui che venivano ricevuti gli spacciatori e condotti forzatamente i clienti morosi o gli spacciatori infedeli per essere minacciati o percossi.

Nei confronti di 18 indagati è stato anche disposto un sequestro preventivo per un valore complessivo di 866.400 euro, riguardante 866.400, provento dell’attività illecita posta in essere dall’associazione criminale, riguardante 128 rapporti bancari, 18 auto e 12 motocicli, sei immobili e 39 terreni tra l’imperiese, la provincia di Bari e quella di Trapani.