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Caso falsi Modigliani, perizia: almeno sei dipinti realizzati dopo il ’45

Presunti falsi Modigliani, chieste cinque condanne
La mostra su Modigliani a Palazzo Ducale (foto di repertorio fb)

“Almeno sei dei dipinti sequestrati durante la mostra di Modigliani a Palazzo Ducale di Genova furono realizzati dopo la Seconda guerra mondiale”.

E’ quanto ha confermato oggi in udienza l’esperta francese Marie Pierre Etcheverry nel corso del processo a sei persone accusate di truffa, falso e contraffazione di opere.

La datazione è stata possibile “per la presenza di bianco di titanio, materiale diffuso dopo la seconda guerra mondiale”.

Per le difese, invece, si tratterebbe di una presenza legata a restauri.

I quadri erano stati sequestrati nel 2017 e la mostra genovese aveva chiuso in anticipo in un mare di polemiche.

A processo ci sono sei persone: Massimo Zelman, presidente di Mondo Mostre Skira, che organizzò la mostra, Joseph Guttman, mediatore con base a New York e proprietario di molte delle opere sequestrate, il curatore della mostra Rudy Chiappini, Nicolò Sponzilli, direttore mostre Skira, Rosa Fasan, dipendente Skira, Pietro Pedrazzini, scultore svizzero, proprietario di un “Ritratto di Chaim Soutine” che secondo gli investigatori piazzò come autentico pur sapendolo falso.

Secondo gli investigatori, attraverso l’esposizione alla mostra si voleva rendere autentiche delle opere false per acquisire una maggiore quotazione e rivenderle a prezzi stellari nel centenario della morte di Modì.

Per i legali degli imputati, invece, le opere sono autentiche.