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Appello bis: condanna ridotta a 21 anni per Evaristo Scalco nell’omicidio freccia di Genova

Appello bis: condanna ridotta a 21 anni per Evaristo Scalco nell’omicidio freccia di Genova
I fiori presenti sul luogo dell'omicidio

Corte d’Appello riduce la pena: da 23 a 21 anni

La Corte d’Assise d’Appello di Milano ha deciso di ridurre di due anni la pena inflitta a Evaristo Scalco, condannandolo a 21 anni di reclusione per l’omicidio commesso nella notte tra 1 e 2 novembre 2022. Scalco, maestro d’ascia, aveva scoccato una freccia dalla finestra del suo appartamento nel centro storico di Genova che colpì a morte Javier Alfredo Miranda Romero.

I giudici hanno applicato il minimo della pena per omicidio volontario aggravato dai futili motivi, accogliendo in parte la richiesta del sostituto procuratore generale Giulio Benedetti.

Le tappe giudiziarie e il rinvio dalla Cassazione

La vicenda in Appello bis è scaturita dopo che la Cassazione, lo scorso maggio, aveva annullato solo la parte relativa alla determinazione della pena, stabilendo che l’atto dovesse essere trattato come omicidio volontario.
In primo grado e nel precedente appello, Scalco era stato condannato a 23 anni, con esclusione dell’aggravante dell’odio razziale ma con riconoscimento dell’aggravante dei futili motivi.

Mentre i suoi difensori, Federico Papa e Jacopo Pensa, avevano sollevato una questione di legittimità costituzionale in merito alla norma che impone il processo ordinario in casi che potrebbero portare all’ergastolo, essa è stata respinta dalla Corte milanese.

I fatti ricostruiti: lite, freccia e morte

Secondo la ricostruzione processuale, Scalco – all’epoca impegnato in lavori come artigiano su uno yacht nel porto di Genova – si era affacciato dalla finestra per rimproverare Romero e un amico per schiamazzi e per aver urinato contro un muro. In risposta, uno dei due gli avrebbe mostrato il dito medio. A quel punto, Scalco avrebbe impugnato un arco con punta letale e avrebbe mirato verso Romero. La vittima, colpita, è stata portata in condizioni gravissime in ospedale, dove è poi deceduta. Scalco avrebbe poi cercato di scendere e estrarre il dardo.

Durante il processo d’appello bis, i giudici si sono riservati 30 giorni per le motivazioni della sentenza, dopodiché la difesa potrà valutare se ricorrere nuovamente in Cassazione.

Controversie, conseguenze e prospettive future

Nonostante la lieve riduzione della pena, la sentenza conferma il reato principale e l’aggravante dei futili motivi, escludendo quella dell’odio razziale.

Scalco, che ha 67 anni e si trova attualmente agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico nella sua abitazione di Cittiglio (Varese), dovrà ora attendere l’esito delle motivazioni per eventuali ricorsi.

I legali sostengono che il loro assistito “voleva solo spaventare” la vittima, ma pubblicamente hanno manifestato disappunto per il fatto che il processo non fosse svolto con rito abbreviato.

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