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Salis: con gli ebrei genovesi in Sinagoga per ricordare deportazione ad Auschwitz

Silvia Salis e Sinagoga di Genova

La sindaca di Genova Silvia Salis, insieme col governatore ligure Marco Bucci e altre autorità cittadine, oggi alle 18 parteciperà alla commemorazione nella Sinagoga di via Bertora per ricordare la deportazione degli ebrei genovesi durante la II Guerra Mondiale.

Secondo gli storici, 261 ebrei genovesi furono deportati verso il campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau.

Proprio il tre novembre del 1943 ci fu la prima retata dei nazisti nella Sinagoga di Genova.

Attirati con uno stratagemma al tempio, decine di ebrei genovesi vennero arrestati dalle SS e quindi portati nel carcere di Marassi.

Alcuni si salvarono, grazie all’allarme di una donna che, accortasi della trappola, facendo cenni dalla finestra all’inizio della via, riuscì ad avvisare i malcapitati di quanto stava succedendo.

Nei giorni successivi si registrarono altri arresti di ebrei sia a Genova e sia nelle Riviere. Il 1° dicembre vennero inviati a Milano e da lì, in treno, al campo di sterminio di Auschwitz.

Complessivamente dei 261 ebrei genovesi deportati (più del 20% degli iscritti alla Comunità) tornarono in città solo in venti.

La commemorazione di oggi è organizzata dai responsabili della Comunità di Sant’Egidio, insieme alla Comunità Ebraica di Genova e al Centro culturale Primo Levi.
In Sinagoga porteranno i saluti delle autorità Marco Tasca (arcivescovo di Genova), Silvia Salis (sindaco di Genova) e Marco Bucci (presidente Regione Liguria). Interverranno poi Giuseppe Momigliano (rabbino Capo Comunità ebraica di Genova), Alberto Rizzerio (presidente Centro Culturale Primo Levi), Andrea Chiappori (responsabile Comunità di Sant’Egidio di Genova) e Raffaella Petraroli Luzzati (presidente Comunità ebraica di Genova).

“La memoria della Shoah non è solo un ricordo doloroso, ma rappresenta un’occasione preziosa per riflettere sul male della guerra e ci richiama all’importanza di un costante impegno contro ogni forma di antisemitismo e di razzismo – hanno spiegato gli organizzatori – la Comunità di Sant’Egidio e la Comunità Ebraica di Genova, con il Centro culturale Primo Levi, hanno custodito in questi anni la memoria di questi fatti, coinvolgendo non solo le istituzioni, ma tanti genovesi e in particolare le giovani generazioni, i ‘nuovi europei’ che si sono integrati nel tessuto cittadino, per costruire la pace e un domani senza violenza. Nel momento in cui la generazione dei sopravvissuti va scomparendo, tenere viva questa memoria, trasmettendola alle generazioni più giovani, è un’arma potente per evitare una banalizzazione e una insensibilità verso la guerra e non ripetere gli errori della storia”.