Oggi ricorre il 52º anniversario di una tragedia che ha segnato la storia dell’elisoccorso dei Vigili del Fuoco.
Il 6 maggio 1973 il maggiore pilota dei VVF Enrico Rinaldo, pioniere del soccorso aereo e Medaglia d’Argento al Valor Civile, con i suoi compagni Ugo Vignolo, Elio Magnanengo e Ugo Roda, perse la vita al largo di Arenzano, dove si era alzata la ‘caligo’, la nebbia che viene dal mare.
Era una domenica. Il loro Agusta Bell 205, inghiottito dalla nebbia improvvisa, non fece mai ritorno. Una perdita dolorosa per tutti.
“Erano uomini straordinari – ha ricordato oggi in consiglio regionale Stefano Giordano (M5S) – ai quali va la riconoscenza di tutto il Paese per avere gettato le basi di un servizio che oggi continua a salvare vite.
La ‘Libellula’ di Enrico sfidava il vento e le onde, portando speranza dove tutto sembrava perduto.
Il 9 aprile 1970 durante il drammatico intervento sulla London Valour sfidò il mare in tempesta per salvare vite di fronte al Porto di Genova. La sua impresa fece il giro del mondo.
A lui, a Ugo Vignolo, a Elio Magnanengo e a Ugo Roda va il nostro eterno ringraziamento. Il loro sacrificio non sarà mai dimenticato”.
Oggi il testimone è passato agli elicotteri AW139, che continuano a portare fieramente il nome “Drago”, simbolo di coraggio, prontezza e dedizione al soccorso.
“Questo nome – ha aggiunto Giordano, che è anche un vigile del fuoco – rappresenta più di una semplice designazione: è un emblema che racchiude la storia di uomini che hanno sfidato il cielo e il mare per portare aiuto a chi ne aveva bisogno.
Finché ci saranno elicotteri che volano per il soccorso, il loro nome resterà inciso nella memoria collettiva.
La memoria di questi eroi deve restare viva, affinché il loro esempio continui a ispirare le generazioni future e a guidare chi ogni giorno sceglie di mettere la propria vita al servizio degli altri”.
