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Occupazione e lavoro, le precisazioni di Regione Liguria

La sede di Regione Liguria in Piazza De Ferrari

“Imprecisioni e nessun riferimento ad aspetti positivi confermati dai dati”

In merito all’articolo dal titolo “Liguria, aumenta il lavoro precario. Siamo i più poveri del nord ovest” pubblicato il 10 aprile scorso a pagina 13 de “Il Secolo XIX”, i responsabili di Regione Liguria ieri hanno precisato quanto segue.

“L’articolo, riportante le considerazioni del segretario generale della Cgil, presenta alcune imprecisioni e soprattutto fornisce un quadro del mercato del lavoro ligure che non corrisponde completamente alla realtà. Vengono messe in luce esclusivamente le criticità evitando di citare gli aspetti positivi seppur esistenti e confermati dai dati.
Gli argomenti che meritano un approfondimento sono stati suddivisi in tre gruppi.

Maurizio Calà Cgil1. FONTI
Sono state verificate le fonti coinvolte ma non citate nell’articolo. Cgil fa principalmente affidamento sui dati Rfl (Rilevazione Forze Lavoro Istat) 2022 e 2023 ma vengono utilizzate anche altre fonti (Ad es. Eu-Silc). Del dato sui voucher non è stato invece possibile rintracciare la fonte.

2. DATI POSITIVI
Non sono stati citati dati positivi come:
• NEET: – 23,3% (-6.862 unità)
• Contratti a tempo indeterminato: + 2,4%
• Occupazione femminile: +5,4% (14.405 unità)
• Gli inattivi: -3,1%
• Disoccupazione: -10,8% (-4.974 unità)

Giovanni Toti

Sostenere inoltre che l’87,5% dei nuovi assunti “rientra in una qualche forma di precariato” è privo di giustificazione, in quanto il dato si otterrebbe sottraendo dal totale dei nuovi assunti il numero dei nuovi assunti con contratto a tempo indeterminato. Ciò significherebbe che il totale del nuovo lavoro indipendente è considerato precario. È un fatto reale che il ricorso alle partite Iva per mascherare lavoro dipendente sia sempre più frequente, ma dare per scontato che il 100% delle nuove partite Iva derivi da queste forme contrattuali appare del tutto privo di fondamento.

In ultimo, il confronto con i dati del Nord-Ovest appare decontestualizzato e non curante delle profonde diversità tra le economie di regioni quali Lombardia e Piemonte, che beneficiano dell’enorme indotto industriale della Pianura Padana, e l’economia della Liguria, basata principalmente sul turismo.

3. CONFRONTO CON 2015
Non è stato possibile prendere in considerazione gli anni dal 2015 al 2017 poiché a seguito delle modifiche introdotte dal Regolamento Ue 2019/1700, la rilevazione campionaria Fdl è stata modificata al fine di armonizzare i concetti di persone e famiglie. Sono stati introdotti requisiti più dettagliati e vincolanti che modificano in particolare il concetto di “occupato”. Istat ha provveduto a creare una serie ricostruita di dati, ma per il dettaglio regionale le serie sono disponibili solo dall’anno 2018.

In particolare:
• L’occupazione 15-89 anni in Liguria nel 2023 rispetto al 2018 è cresciuta del 5,2%; incremento superiore al dato Nord-Ovest (1,8%) e Italia (2,7%);
• La percentuale per la Liguria è superiore anche per quanto concerne gli occupati dipendenti che crescono del 7,6% (Italia 4,8%; Nord-Ovest 3,6%);
• Gli occupati indipendenti calano del -1,5% ma anche in questo caso il dato è molto più contenuto nel confronto Italia e Nord-Ovest (rispettivamente -4,3% e -4,6%);
• La crescita degli occupati dipendenti a tempo indeterminato in Liguria nel confronto 2023/2018 è pari al 7,7%. La crescita risulta superiore al dato Italia (6%) e Nord-Ovest (5,7%).
• Anche per quanto riguarda l’occupazione dei dipendenti a tempo determinato la crescita in Liguria è pari al 7%; dato che supera le variazioni percentuali registrate in Italia e Nord-Ovest, entrambe con segno negativo (rispettivamente -1% e -10%).

In riferimento al numero di contratti a tempo indeterminato e determinato, le Comunicazioni Obbligatorie confermano la tendenza positiva registrata dalla RFL nel periodo 2018-2023″. Marcello Di Meglio