Il Comune apre un tavolo tecnico con le associazioni del cluster marittimo per studiare l’introduzione di un contributo sui diritti di imbarco
Questa mattina la sindaca di Genova, Silvia Salis, insieme al vicesindaco Alessandro Terrile, ha ricevuto a Palazzo Tursi i rappresentanti dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, delle principali associazioni marittime e degli operatori del settore — fra cui Confitarma, Assarmatori, CLIA Italia, Assagenti, Stazioni Marittime e Confindustria Genova — nel primo confronto ufficiale sull’introduzione di un’“addizionale comunale sui diritti di imbarco” per i crocieristi. L’obiettivo è valutare la misura già presente in alcune realtà portuali europee, adeguandola al contesto genovese.
Alla fine dell’incontro la sindaca Salis ha dichiarato: «In un clima di grande collaborazione si è deciso, di comune accordo, di avviare un tavolo tecnico che consenta di approfondire nel dettaglio le dinamiche applicative della misura, con l’obiettivo di arrivare al più presto a una soluzione condivisa».
Quanto potrebbe rendere la tassa: stime e obiettivi a medio termine
La giunta comunale ha già indicato una previsione iniziale: il gettito stimato per il 2026 sarebbe di circa 3,5 milioni di euro, con l’obiettivo a regime di raggiungere i 5,7 milioni all’anno. Tuttavia, come ha ribadito la sindaca, la data di entrata in vigore della tassa non coinciderà con l’inizio dell’anno, ma sarà definita insieme al tavolo tecnico, per lasciare il tempo necessario a garantire chiarezza e un’applicazione equilibrata.
Salis ha inoltre voluto smorzare le preoccupazioni: «A chi ha criticato questo provvedimento dal punto di vista politico – conclude – ricordiamo che il procedimento per l’introduzione di questa addizionale era stato avviato dall’amministrazione precedente. In ogni caso, come dimostrano anche misure simili attivate in altre città portuali, siamo sicuri che non comporterà alcuna riduzione dei traffici».
Perché una tassa sui diritti di imbarco e quali sono i modelli europei
L’idea di una tassa o contributo a carico dei crocieristi non è nuova: diverse città portuali europee — come alcuni scali del Mediterraneo — già applicano un’addizionale comunale o una “tassa ambientale/di sbarco”: l’obiettivo è spesso duplice: finanziare servizi di accoglienza, manutenzione urbana e sostenibilità, e mitigare l’impatto economico e ambientale del turismo di massa legato alle crociere.
Con l’avvio del tavolo tecnico, Genova intende studiare un meccanismo simile, calibrato sulla realtà locale: definire tariffe, modalità di riscossione, eventuali esenzioni (per esempio per residenti o per scali brevi), e redistribuzione del gettito su progetti di riqualificazione urbana, decoro, servizi sul territorio urbano e portuale.
Le preoccupazioni del mondo marittimo e del turismo: un equilibrio da cercare
I rappresentanti del cluster portuale intervenuti oggi non hanno espresso un no categorico, ma hanno posto l’accento sulla necessità di tutelare la competitività del porto e l’attrattività del turismo crocieristico. L’obiettivo è trovare un equilibrio tra le esigenze di bilancio comunale, la solidarietà territoriale e il mantenimento di un’economia portuale vivace.
Il tavolo tecnico servirà anche a studiare l’impatto che una tassa potrebbe avere su compagnie di navigazione, operatori turistici, turismo locale e mobilità, per evitare effetti collaterali negativi.
Non perdere gli ultimi aggiornamenti su cronaca, eventi e politica in Liguria! Iscriviti sui canali di Liguria Notizie di Telegram, Facebook, Twitter e YouTube



















































