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Edoardo Bennato al Porto Antico: un concerto da favola rock

Edoardo Bennato al Porto Antico: un concerto da favola rock
Il concerto di Edoardo Bennato

Il Porto Antico si è trasformato, per una sera, in una piccola isola che c’è. Un luogo sospeso tra mare e musica, dove Edoardo Bennato ha regalato al pubblico un concerto travolgente, poetico, e senza tempo. Tantissima gente, tutte le età, tutte le generazioni. 

Dal ragazzino che cantava a squarciagola Il Gatto e la Volpe al nonno che annuiva su Rinnegato.

E sullo sfondo, Genova che ascolta con il mare negli occhi, il porto che non smette mai di far transitare i suoi piroscafi. Bennato sale sul palco con l’energia di sempre: armonica, chitarra, voce graffiante, e quella miscela inconfondibile di rock, teatro, satira e fiaba.

Già dall’apertura si capisce quale sarà lo stile della serata: un viaggio tra i suoi mondi: Pinocchio e Capitan Uncino, la luna e la guerra, Napoli e Nisida, i sogni e le accuse.

Edoardo Bennato al Porto Antico: un concerto da favola rock
Il concerto di Edoardo Bennato

Non mancano le chicche: La torre di Babele, È stata tua la colpa, Cantautore e una toccante A Napoli 55 è ‘a musica, con un Bennato che si fa quasi narratore urbano.

E poi ci sono loro, i brani che fanno tremare i polsi.

Con Quando sarai grande il pubblico si ferma e ascolta. Un brano che oggi suona ancora più vero: lucido, ironico, profondo. 

E L’isola che non c’è, e lì non c’è più palco o platea: solo un coro unico, migliaia di voci e luci che ondeggiano, ognuno con la propria idea di fuga, di speranza, di “altrove”.

E ancora, ormai alla fine, Una settimana… un giorno, cantata con malinconia e consapevolezza. Un pezzo che racconta il tempo che scappa, ma anche il valore di ciò che resta.

Il Porto Antico ha risposto alla grande: una location eccezionale, un’acustica generosa, e un’atmosfera perfetta per chiudere gli occhi e lasciarsi portare lontano, tra le favole e il rock.

Edoardo Bennato è stato, ancora una volta, un moderno menestrello ribelle, con le sue storie in musica e la voglia di dire qualcosa. 

Senza retorica. Con energia. E con stile. Un concerto che non è stato solo canzonette. È stato cuore, gambe, memoria e libertà. E Auguri Edoardo! Andrea Trombini

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