E’ Die Zauberflöte, l’ultima composizione di Wolfgang Amadeus Mozart, l’ultimo appuntamento con la stagione lirica dell’Opera Carlo Felice 2024-25, in programma da venerdì 13 fino a domenica 22 giugno 2025, tradizionalmente dedicato ai giovani solisti dell’Accademia di alto perfezionamento e inserimento professionale dell’Opera Carlo Felice Genova diretta da Francesco Meli.
Il Maestro concertatore e direttore è Giancarlo Andretta, la regia di Daniele Abbado, le scene di Lele Luzzati, i costumi di Santuzza Calì, le coreografie di DEOS, le luci di Luciano Novelli.
Orchestra, Coro, Coro di voci bianche e Tecnici dell’Opera Carlo Felice. Maestro del Coro Claudio Marino Moretti. Gino Tanasini è il maestro del coro voci bianche.
Allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova.
A dare vita ai protagonisti : Antonino Arcilesi, Giovanni Augelli (14,20, 22), Samuele Di Leo, Yiyan Gong (14,20, 22), Luca Romano, Gianluca Moro, Martina Saviano, Sona Gogyan (14,20, 22), Gabriella Ingenito, Ilaria Monteverdi (14,20, 22), Gesua Gallifoco, Silvia Caliò, Alena Sautier, Arianna Russo, Vittoria Trapasso, Eliana Uscidda, Denise Colla, Michela Gorini, Lucilla Romano (Solisti del Coro di voci bianche del Teatro Carlo Felice), Giada Venturini, Eleonora Marras (14,20, 22), Ernesto de Nittis, Willingerd Giménez (14,20, 22), Davide Zaccherini, Timóteo Bene Júnior (14,20, 22), Davide Canepa, Thomas Angarola, Federico Benvenuto, Stefano Pavone.
L’opera è preceduta dalla conferenza a cura di Fabrizio Callai “Il mistero della Zauberflöte nell’ultimo anno di Mozart” sabato 7 giugno ore 16.00 presso il Teatro Auditorium Eugenio Montale. L’ingresso è libero.
La storia e la trama
Il flauto magico, in tedesco: Die Zauberflöte, K 620, è un opera in due atti composta nel 1791 da Wolfgang Amadeus Mozart su libretto di Emanuel Schikaneder, librettista e illustre personaggio teatrale; includeva, accanto al canto, dialoghi parlati; una forma nata a Vienna e poi diffusa in Germania.
L’Opera inizia con tre potenti accordi, in cui predominano tre tromboni; il numero tre è ricorrente nell’opera, tre damigelle, tre geni, tre sacerdoti, tre Templi, tre le prove che Tamino deve superare per purificarsi: essa attinge dal teatro popolare viennese che proponeva un tipo di amore semplice ed un po’ buffonesco.
Trama
Il Flauto Magico è ambientata in un antico irreale e fantasioso Egitto.
Il principe Tamino, aiutato dal fedele Papageno, deve combattere le forze del male per liberare l’amata Pamina.
Mentre Il principe sta fuggendo da un serpente le tre dame della regina della notte lo aiutano e lo presentano alla regina, Astrifiammante, addolorata per la la figlia Pamina, rapita dal malvagio Sarastro.
Tamino va con l’uccellatore Papageno a salvare la principessa. Le Dame consegnano a Tamino un flauto magico e un glockenspiel (carillon) fatato a Papageno. Sotto la guida di tre ragazzi. Papageno giunge per primo al tempio di Sarastro e penetra sino alla stanza dove il moro Monostatos tiene imprigionata Pamina.
Papageno e Pamina, scacciando Monostatos, tentano la fuga. Tamino giunge di fronte a tre Templi (Natura, Ragione e Saggezza) e si confronta con un sacerdote che gli pone domande sul suo essere uomo.
Tamino suona invano il flauto magico nella speranza di far comparire Pamina. Trascinato da Monostatos, viene condotto al cospetto di Sarastro (alla presenza anche di Pamina), che lo libera e gli dice che, se vorrà entrare nel suo regno con Papageno, dovrà purificarsi. Tamino e Pamina si innamorano
Papageno e Tamino iniziano la prima prova: dovranno stare in silenzio, qualunque cosa accada.
Monostatos si avvicina furtivamente a Pamina addormentata: vorrebbe baciarla, ma è cacciato da Astrifiammante che ordina alla figlia di uccidere Sarastro. Monostatos minaccia di rivelare l’intrigo se Pamina non l’amerà.
Sarastro, dopo aver scacciato Monostatos, si rivolge a Pamina e le spiega che solo l’amore, non la vendetta, conduce alla felicità.
Pamina cerca di parlare a Tamino, ma il giovane – essendo ancora sottoposto alla prova del silenzio – non può rispondere. Lei crede che non l’ami più e medita il suicidio, ma viene fermata da tre ragazzi che l’informano dello scopo della prova.
Durante questa prova, Papageno parla con una vecchina, che, poco più tardi, si rivelerà essere Papagena, una donna simile a lui, di cui si innamora.
Tamino e Pamina superano le due successive prove, l’attraversamento dell’acqua e del fuoco: ecco la vittoria del bene sul male. ELISA PRATO
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