Poco fa è scattata l’ora solare. Le lancette sono tornate indietro di sessanta minuti, riportandoci all’orario “naturale”, quello che segue più fedelmente il ciclo del soleal contrario dell’ora legale. Un’ora in più di sonno, certo, ma anche giornate che si accorciano, tramonti anticipati e quella sensazione di buio che arriva troppo presto, segnando l’ingresso definitivo nella stagione fredda.
Il passaggio all’ora solare avviene ogni anno nell’ultima domenica di ottobre: questa notte, alle tre, gli orologi sono tornati alle due. Da oggi il sole sorgerà e tramonterà prima, regalandoci mattine più luminose ma serate più brevi. È un piccolo cambiamento, eppure incide sul nostro ritmo quotidiano più di quanto sembri.
L’orario naturale e il suo significato
L’ora solare, detta anche “tempo standard”, è l’assetto originario su cui si basano i fusi orari. È quella che ci riporta a un equilibrio più vicino al movimento del sole, con una distribuzione della luce diurna che privilegia le ore mattutine. In Italia resterà in vigore fino all’ultima domenica di marzo, quando torneremo a spostare in avanti le lancette per l’ora legale.
Il dibattito sul mantenere o abolire il cambio d’ora è ancora aperto. Negli ultimi anni la Commissione Europea ha valutato l’ipotesi di un orario unico tutto l’anno, ma la decisione è rimasta sospesa. Molti scienziati sostengono che l’ora solare sia più adatta al nostro organismo, perché rispetta meglio i ritmi circadiani, cioè l’orologio interno che regola sonno e veglia in base alla luce naturale.
I cambiamenti che sentiremo nei prossimi giorni
Se da un lato l’ora solare ci regala un’ora di riposo in più, dall’altro richiede un breve periodo di adattamento. Il corpo deve abituarsi a un tramonto anticipato e a un risveglio più luminoso, e questo può causare per qualche giorno una lieve sensazione di stanchezza, difficoltà di concentrazione o sbalzi d’umore. Gli esperti consigliano di esporsi alla luce naturale nelle ore centrali della giornata e di mantenere orari regolari per sonno e pasti, così da aiutare l’organismo a risincronizzarsi.
Dal punto di vista energetico, la fine dell’ora legale segna anche la chiusura di un periodo di risparmio: nei mesi estivi, infatti, l’Italia ha potuto contare su circa 310 milioni di kilowattora in meno consumati, per un valore stimato di oltre 90 milioni di euro e una riduzione di 145 mila tonnellate di CO₂. Un beneficio non trascurabile, che alimenta il confronto tra chi vorrebbe mantenere l’ora legale tutto l’anno e chi, invece, ritiene più salutare il ritorno al tempo solare.
Luce, umore e stagioni
Con l’arrivo dell’ora solare, le giornate sembrano improvvisamente più corte. Il buio che cala presto cambia il nostro modo di vivere la città: i pomeriggi diventano più intimi, le strade si illuminano prima, e la sera sembra arrivare in anticipo. È un passaggio che segna anche psicologicamente la fine dell’autunno e l’inizio dell’inverno, con un’atmosfera che invita alla calma, al riposo e alla lentezza.
Molti, però, avvertono gli effetti del cosiddetto “blues da cambio d’ora”: una lieve malinconia dovuta alla riduzione delle ore di luce. Nulla di grave, ma sufficiente a ricordarci quanto la luce naturale influenzi il nostro benessere. Anche per questo, nei prossimi giorni sarà utile trascorrere più tempo possibile all’aperto e approfittare delle ore di sole, soprattutto la mattina, quando la luce ha un effetto rigenerante sul corpo e sulla mente.
Una tradizione che resiste
Nonostante i dibattiti, l’ora solare resta un appuntamento fisso e familiare, un piccolo rito collettivo che scandisce l’anno e ci riporta, per qualche mese, a un tempo più autentico. Dormiremo un’ora in più, è vero, ma perderemo un po’ di quella luce dorata che accompagna i pomeriggi d’autunno. In cambio, ci ritroveremo con mattine più luminose e risvegli meno bruschi — un equilibrio che, per molti, vale ancora la pena di conservare.
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