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Protesta a De Ferrari, Garibaldi: a fianco degli studenti di Medicina

Manifestazione in piazza De Ferrari a Genova degli studenti di Medicina (foto di repertorio fb)

“Dall’inizio della pandemia, cioè due anni fa, Università e Regione non hanno fatto nulla per riportare gli studenti degli ultimi tre anni di Medicina in corsia per svolgere i tirocini in presenza. E mentre la maggior parte delle Facoltà italiane si sono organizzate, l’Università di Genova è ancora ferma.

In più, si sta verificando un altro problema: l’organizzazione sanitaria di questa regione ha portato a una carenza di medici di Medicina del lavoro che devono fare le visite abilitanti per l’accesso in corsia degli studenti. Un ritardo su ritardo, che suona come una beffa.

Per sostenere la richiesta degli studenti faremo immediatamente un’interrogazione per chiedere quale iniziative si vogliono intraprendere per la ripresa dei tirocini in corsia e solleciteremo la convocazione della II commissione Sanità per discutere con l’Università di Genova, Alisa e i rappresentanti degli studenti la situazione del loro percorso formativo.

Perché oltre a essere  formati adeguatamente, studiare e apprendere competenze, devono essere messi nella condizione poterle applicare sul campo, per poter svolgere la loro attività così preziosa”.

Lo ha dichiarato oggi il capogruppo del Partito democratico – Articolo Uno Luca Garibaldi, il quale ha manifestato al fianco degli studenti di Medicina che stamane si sono raccolti in piazza De Ferrari a Genova per chiedere di rientrare a fare i tirocini in corsia e per una migliore organizzazione delle lezioni.

“A seguito dei vari articoli pubblicati – scrivono gli studenti di Medicina e Chirurgia di Genova – riteniamo necessario specificare che siamo un insieme di studenti indipendente, apartitico e nato spontaneamente di fronte al disagio vissuto. Siamo rimasti piacevolmente stupiti del fatto che dopo un anno e mezzo di indifferenza rispetto alle nostre difficoltà alcune delle Istituzioni si siano improvvisamente rese disponibili ad ascoltare.Auspichiamo dunque che i responsabili, ovvero Regione e Università, riescano a dialogare tra loro e con noi per raggiungere il fulcro del problema e risolvere la situazione nel più breve tempo possibile, evitando un ulteriore rimpallo di responsabilità.”