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Scuole d’infanzia, Pastorino e Bruzzone: a Genova bimbi e famiglie lasciati soli

Bruzzone e Pastorino (foto di repertorio fb)

“A Tursi si è riunita la Commissione Consiliare V-VII del Comune di Genova per fare il punto sulla riqualificazione e la messa in sicurezza delle scuole dell’infanzia e nidi sul territorio.

Saranno quasi 400 i bambini e le bambine costrette da settembre a cambiare istituto a causa dei lavori che avranno una durata di due anni.

La questione dei servizi 0-6 anni e dei tagli di cattedre e di classi nella scuola statale, in contemporanea alla chiusura delle scuole comunali per effetto dei processi di manutenzione rappresenta una vera e propria emergenza sociale su tutta Genova.

In Regione Liguria ho sollevato la questione con due interrogazioni sull’Istituto Comprensivo di Sestri Ponente e su quello di Sturla, due casi evidenti dove vengono tagliate classi a fronte di possibili iscrizioni di bambini e bambini che quindi resteranno fuori o dovranno rivolgersi a istituti privati.

Una scelta limitante che può fare solo chi ha soldi o la possibilità di avere parenti che possono seguire i propri figli, gettando così nello sconforto e nel disagio chi non ha queste possibilità o chi preferirebbe un luogo collettivo di sviluppo per i propri figli”.

Lo ha riferito ieri il capogruppo regionale Gianni Pastorino (Linea Condivisa).

“La giunta Bucci – ha aggiunto il capogruppo comunale della Lista RossoVerde Filippo Bruzzone – non è stata in grado di darci un cronoprogramma degli interventi, né alcuna informazione circa il mantenimento delle classi.

Ho quindi richiesto, insieme alla collega Francesca Ghio e con l’appoggio di tutti i gruppi di opposizione, una votazione del rinvio della Commissione al prossimo 3 maggio. La richiesta è stata bocciata dalla maggioranza. E così genitori e alunni continuano a non avere risposte chiare.

Il Governo continua a tagliare e Regione, Comune e la Direzione Generale Scolastica scaricano i disagi sulle famiglie genovesi. La scuola pubblica continua a essere penalizzata e a pagarne le conseguenze sono sempre e solo operatori, famiglie, bambine e bambini”.