Home Economia Economia Genova

Possibile fine pesca a strascico con lo stop ai vecchi pescherecci

Possibile fine pesca a strascico con lo stop ai vecchi pescherecci
Possibile fine pesca a strascico con lo stop ai vecchi pescherecci

In arrivo finanziamenti demolizione pescherecci obsoleti

Il 2024 potrebbe segnare la fine della pesca a strascico in Liguria. Il Ministero dell’Agricoltura e Pesca ha predisposto un decreto dirigenziale anticipando il bando nazionale per il fermo definitivo di vecchi pescherecci utilizzati in varie tipologie di pesca. Questa decisione interessa Liguria, Toscana e Lazio, offrendo rimborsi dedicati esclusivamente alla pesca a strascico, già limitata dalle direttive dell’Unione Europea. I pescatori ritengono che queste restrizioni abbiano reso il lavoro poco conveniente.

Il decreto prevede un investimento nazionale di 74 milioni di euro, suscitando interesse a Santa Margherita Ligure, punto focale della pesca a strascico in Liguria. Questa novità potrebbe spingere molti a considerare il fermo definitivo come opzione.

“Sta per entrare nella fase operativa l’attesa procedura di finanziamento per la demolizione dei pescherecci obsoleti. L’obiettivo dichiarato dell’Unione europea è contribuire alla sostenibilità ambientale, attraverso il rinnovo della flotta, ma nei fatti si pone anche fine alla pesca a strascico, da tempo nel mirino di Bruxelles”. Ad affermarlo è Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale dell’Unci AgroAlimentare.

“Predisposto il decreto dirigenziale del Ministero dell’Agricoltura e della sovranità alimentare – prosegue il dirigente dell’associazione di settore del mondo cooperativistico –, si attende il bando per il fermo definitivo delle imbarcazioni datate, con il quale sono stati individuati i criteri per la presentazione delle domande di accesso ai contributi pubblici. Il decreto prevede che in Liguria, Toscana e Lazio i rimborsi riguarderanno soltanto la pesca a strascico, a cui l’Ue ha già limitato le giornate di pesca, rendendo sempre più difficile lo svolgimento dell’attività, che è stata sostanzialmente criminalizzata, determinando un duro colpo al settore e all’intera filiera. Adesso si cerca di chiudere la partita, con queste agevolazioni per la dismissione delle imbarcazioni. Il nuovo Feamp – Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca ha introdotto criteri recepiti dalla norma, che vanno nella direzione di un rinnovo della flotta, per rispondere alle linee dettate dall’Unione in tema ambientale e di regolamentazione della pesca. Molti pescatori, giocoforza, vista la delicatezza della situazione potranno cogliere l’opportunità dei finanziamenti almeno per avere un paracadute. Anche se le modalità di accesso risultano più stringenti del previsto. D’altra parte, per tutti gli operatori del comparto si profilano nuove sfide ed investimenti per l’adozione di tecnologie avanzate, per l’adeguamento ai nuovi standard. In ogni caso, l’archiviazione della pesca a strascico comporterà conseguenze negative sull’occupazione e sulla disponibilità per i consumatori di pescato fresco italiano controllato”.

“Il fondo nazionale destinato alla demolizione – conclude Scognamiglio – è di 74 milioni di euro. L’Unci AgroAlimentare tutelerà gli interessi dei pescatori, supportando e assistendo chi intende partecipare al bando”.