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Porto di Genova, falsi controlli su merci: sequestrati 500mila euro a società

Guardia di Finanza (foto di repertorio)

Secondo l’accusa, falsificavano bolle doganali facendo risultare i carichi esenti, ma i clienti pagavano controlli e verifiche sanitarie mai eseguiti.

I finanzieri del Primo gruppo di Genova oggi hanno riferito di avere eseguito un sequestro preventivo di d’urgenza di 500mila euro alla società Weltra Trasporti Internazionali Spa.

I militari della Gdf lo scorso maggio avevano scoperto una presunta associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dello Stato, con falsificazione di documenti doganali, di bollette doganali ed altri documenti, al fine di addebitare spese indebite ai propri ignari clienti, sottraendo migliaia di partite di merci in importazione alla sorveglianza da parte degli Uffici di Sanità Marittima a scapito della salute pubblica.

Gli episodi contestati sono 2095 e sono riferibili all’omessa verifica sanitaria di merci importate nel territorio nazionale commessi nei confronti di clienti ignari e ai danni del ministero della Salute per merce proveniente dall’estero che avrebbe dovuto espletare le formalità doganali per la sorveglianza sanitaria.

La società sotto indagine, incaricata dai clienti dell’importazione di merci attraverso i porti di Genova, Bari, Napoli e Salerno, sempre secondo l’accusa, invece di produrre le dichiarazioni e sottoporre a controllo sanitario le merci, per ottenere un ingiusto profitto, dichiarava falsamente che la merce fosse esente da visite, indicando nelle dichiarazioni doganali un codice diverso da quello dovuto.

Ai clienti, inconsapevoli, veniva indebitamente chiesto in fattura il corrispettivo per l’assistenza alla visita e per tasse dovute da versare agli uffici di Sanità Marittima preposti.

In alcuni casi, venivano anche prodotte delle false attestazioni con il logo, l’intestazione e la firma del cliente per ingannare alcuni spedizionieri utilizzati per sdoganare la merce presso altri porti.

Le indagini hanno consentito di accertare che il presunto illecito profitto conseguito dall’associazione per delinquere a favore dell’Ente dal 2018 ammonterebbe a oltre un milione di euro (in parte già risarcito dalla società agli ignari clienti ed in parte sequestrato dalla Guardia di Finanza sui conti correnti societari).