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Parco nazionale Portofino, assessore Mai: nostra soluzione condivisa con i sindaci

Parco di Portofino (foto d'archivio)

“Oggi pomeriggio si è tenuto in Regione un confronto tra molti sindaci della provincia di Genova e l’assessore ai Parchi Stefano Mai in vista dell’incontro romano fissato dal ministero dell’Ambiente per giovedì 14 febbraio sull’istituzione del Parco Nazionale di Portofino. Gli amministratori genovesi hanno espresso perplessità per il metodo scelto dal Ministero dell’Ambiente, che non avrebbe concertato la data con Regione Liguria, né con gli altri interlocutori, inviando una convocazione ai Comuni che rientrano nello studio di Ispra. Studio, quest’ultimo, realizzato su mandato dello stesso Ministero. Questa convocazione è finalizzata ad individuare i territori nei quali estendere il parco nazionale di Portofino”.

Lo hanno comunicato ieri sera i responsabili di Regione Liguria.

“Abbiamo ribadito in più occasioni – ha aggiunto l’assessore regionale ai Parchi Stefano Mai – la posizione di Regione Liguria decisa con i sindaci di Santa Margherita, Camogli e Portofino e condivisa anche con i Comuni della cerchia dell’attuale Parco regionale.

Ribadiamo la nostra disponibilità a ragionare sull’istituzione di Parco nazionale trasformando l’attuale Parco regionale ad eccezione delle aree contigue in questo istituto di tutela e accorpandolo, come prevede la legge Nazionale 394/91 all’area Marina già istituita.

Le ipotesi di inclusione di ulteriori territori non sono sul tavolo e potranno essere eventualmente valutate soltanto dopo la realizzazione di tale istituto di tutela e dopo la verifica dell’efficacia delle azioni di gestione e delle risorse economiche messe a disposizione.

La legge istitutiva del Parco nazionale, fatta dal precedente governo, mette a disposizione di 1 milione di euro e demanda, per gli anni successivi, alle risorse già previste dallo Stato per tutti i Parchi nazionali.

Pertanto, la prospettiva è quella di non poter usufruire di risorse economiche adeguate se non per il territorio che Regione Liguria ha proposto.

Ribadiremo a Roma questa posizione e rappresenteremo le volontà dei Comuni coinvolti in questi incontri che nei prossimi giorni ci delegheranno a rappresentarli.

Invito anche i colleghi di opposizione del consiglio regionale a far fronte comune su questa posizione e a contribuire a raggiungere l’istituzione del Parco Nazionale di Portofino. Così facendo, in maniera concreta si libereranno risorse regionali che saranno reimpiegate nei Parchi esistenti.

Parchi che, come dimostra il disegno di legge in discussione presso la competente commissione consiliare, vogliamo valorizzare.

Auspichiamo di approvare il prima possibile tale disegno di legge sul quale abbiamo accolto favorevolmente proposte ed emendamenti che vanno nella direzione di migliorare la legge regionale vigente sulle aree protette liguri.

A differenza della precedente giunta di centrosinistra, che aveva concluso il proprio mandato con una proposta che azzerava gli Enti Parco e istituiva un organismo unico di gestione allontanando ancora una volta i presidi dai territori e allontanando gli Enti dai cittadini e dall’entroterra, noi apportiamo minime modifiche sui confini ma garantiamo operatività e presenza a degli Enti che possano finalmente essere d’aiuto per la popolazione e non solamente dei vincoli.

Ritengo strumentale parlare di abolizione di aree naturali scritte sulla carta da 25 anni ma mai realizzate quando è possibile concretamente dare una svolta alle politiche sulle aree protette in Liguria”.

 

Samp, tutti i risultati delle giovanili blucerchiate

Academy giovanile della Samp

I risultati delle gare che hanno visto impegnate le formazioni giovanili della Sampdoria sabato 9 e domenica 10 febbraio.

Primavera (all. Simone Pavan)
Campionato, 18.a giornata: Cagliari-Sampdoria (oggi ore 14.30, centro sportivo “Asseminello” di Assemini, Cagliari)

U17 (all. Felice Tufano)
Campionato, 18.a giornata: Genoa-Sampdoria 1-2

U16 (all. David Alessi)
Campionato, 18.a giornata: Sampdoria-Cremonese 3-1

U15 (all. Massimo Augusto)
Campionato, 18.a giornata: Sampdoria-Cremonese 2-2

U14 (all. Matteo Pastorino)
Campionato, 11.a giornata: Sampdoria-Pro Vercelli 2-2

Giovanissimi 2006 (all. Christian Casalino)
Campionato, 9.a giornata: Juventus-Sampdoria 8-5

Esordienti 2007 (all. Alessandro Maroni)
Riposo

Esordienti 2008 (all. Vito Coppa)
Campionato, seconda fase – 1.a giornata: Molassana-Sampdoria 2-2

Pulcini 2009 Levante (all. Francesco Crisanti)
Campionato, seconda fase – 1.a giornata: Sampdoria-S.Bernardino Solferino 3-0
Amichevole: Sampdoria-Juventus 9-3

Pulcini 2009 Ponente (all. Mirko Lombardo)
Campionato, seconda fase – 1.a giornata: S.Bernardino Solferino-Sampdoria 2-1

Pulcini 2010 Levante (all. Lorenzo Folle)
Campionato, seconda fase – 1.a giornata: Polis Genova-Sampdoria 2-2

Pulcini 2010 Ponente (all. Enrico Pulitanò)
Campionato, seconda fase – 1.a giornata: Sampdoria-Molassana 3-0
Amichevole: Sampdoria-Juventus 2-7

Primi Calci 2011 Levante (all. Giulio Attardi)
Campionato, seconda fase – 1.a giornata: Merlino-Sampdoria 0-3
Amichevole: Sampdoria-Juventus 4-10

Primi Calci 2011 Ponente (all. Danilo Tranchida)
Campionato, seconda fase – 1.a giornata: Internazionale Genova-Sampdoria 0-3
Amichevole: Sampdoria-Juventus 2-8

U17 Femminile (all. Massimo Scatena)
Campionato, seconda fase – 1.a giornata: Campomorone Lady-Sampdoria 5-1

U15 Femminile (all. Enrico Calvi)
Campionato, seconda fase – 2.a giornata: Sampdoria-Virtus Entella 9-0

U13 Femminile (all. Davide Zitta)
Campionato, seconda fase – 2.a giornata: Sampdoria-Virtus Entella 3-0

U11 Femminile (all. Antonio Abramo)
Campionato, seconda fase – 1.a giornata: Lavagnese-Sampdoria (non disputata per assenza della squadra avversaria)

Samp, esordio Tavares: grazie al mister per la fiducia

Lecce, per tifosi blucerchiati solo accesso con SampCard
Tifosi della Sampdoria (immagine di repertorio)

Júnior Tavares sognava sicuramente un esito differente per la sua prima gara da titolare con la maglia blucerchiata. La Sampdoria invece scivola sulla classica buccia di banana e cede il passo al Frosinone.

«L’allegria per il mio esordio da titolare svanisce di fronte alla delusione per la sconfitta – afferma in esclusiva il brasiliano al media ufficiale doriano -. Ringrazio la tifoseria che mi sostiene sempre, fin dal primo giorno in cui sono arrivato».

Tempo. Nonostante il k.o., Tavares può essere soddisfatto di quanto fatto vedere sul terreno di gioco.

«Il mister e i componenti del suo staff mi hanno fatto sentire sempre la loro fiducia – racconta il numero 22 – i primi mesi sono stati duri: non conoscendo la lingua e il sistema di gioco della squadra ho impiegato un po’ di tempo ad ambientarmi, ma ho sempre lavorato per cercare di essere utile al gruppo e continuerò a farlo per guadagnarmi spazio».

Genoa, oggi ripresa in vista della Lazio

Prandelli, allenatore del Genoa

Non si ferma il Grifone alla ricerca dei punti che possano consentirgli un finale di stagione tranquillo.

Un punto d’oro, quello guadagnato con merito a Bologna dal Grifone di mister Prandelli. Che permette di guardare alla settimana di lavoro in programma con maggiore serenità. Ripresa pomeridiana prevista per martedì, per fare il punto della situazione, analizzare al meglio note liete e dolenti del match del “Dall’Ara” e inserire nel navigatore la destinazione per il prossimo weekend: Genoa-Lazio, match in cui i rossoblù andranno a caccia del quarto risultato utile consecutivo, dopo la vittoria a Empoli e i due pareggi in rimonta contro le emiliane Sassuolo e Bologna.

S. Valentino, dizionario genovese: E parolle da gatta. Da axillo a sposagge

San Valentino, dizionario in genovese di Erga edizioni

I genovesi non sono solo conosciuti per le parolacce (le parole del gatto) ma anche per quelle della gatta rivolte alle donne e all’amore. Ecco il primo dizionario genovese italiano per dire ti amo o meglio “te veugio ben”.

Alcuni decenni fa Michelangelo Dolcino (autore del long seller “E parolle do gatto”, Erga edizioni) aveva considerato, pur rimanendo nell’ottica genovese, ogni possibile accezione dell’amore umano, dal più sublime a quello più sconsolatamente terreno ed effimero, annotando “tecniche” di corteggiamento, riti di fidanzamento e nozze, oroscopi amorosi, pratiche magiche.

Nino Durante ne ha rivisitato il testo con delicatezza, avvicinandosi al palpitare dei cuori innamorati di oggi.

Nasce così E parolle da gatta.

L’elogio dell’amore attraverso la poesia nostrana; la sua nascita, con la relativa crescita, nelle fiabe classiche, raccontate in rima genovese; la genesi e lo sviluppo amoroso attraverso i nostri proverbi e i nostri modi di dire; l’amore cantato da Fabrizio De André nelle sue sfaccettature più amare e nello stesso tempo ironiche; personaggi della storia e del folklore genovese che hanno declinato il sublime sentimento in maniera esemplare, seppur in modi diversi, non disdegnando di sconfinare, ma solo con la punta dei piedi, in qualche espressione birichina.

Se i lettori di queste “E parolle da gatta” vorranno inviare contributi, rigorosamente in genovese, che saranno accolti via via nelle prossime edizioni, potranno inviare una mail a parolledagatta@erga.it.

Ecco alcuni esempi.

ANGIENETTE – s.f. pl. Moine, carezze tributate per ottenere qualcosa.

AXILLO – s.m. Ruzzo, allegria smodata. «Deriva forse da assillo, animaletto alato, poco maggiore di una mosca, che pugne così gli armenti da infuriarli». (G. 0livieri, «Dizionario genovese-italiano», Genova, 1851). Figuratamente, vale anche dimostrare particolare eccitazione sessuale; così nell’espressione: «Avèi l’axillo a-o bae», «avere il ruzzo all’agnello».

CAPPELLETTA – s.f. Cappelletta, piccolo edificio religioso. «Ese in cappelletta», «essere in cappelletta»: essere vicinissimi al matrimonio.

COPPETTIN – s.m. Scodellino, ciotolino. Figuratamente i coppettin sono le mammelle, non troppo voluminose, specie giovanili.

FÏ – s.m. Filo. «Fâ o fï a ûnn-a», «fare il filo a una»: corteggiarla. Anche – e in tal caso è proprio di donna – farsi notare con insistenza, per provocare iniziative galanti.

FOTTIGNIN – s.m. Frugoletto: piccolo bimbo molto vivace. Anche si dice affettuosamente alla propria ragazza, specie se minuta ed esuberante.

LÛMME s.m. Lume. «Reze (ò tegnî) o lûmme», «reggere (o tenere) il lume»: essere costretto, da qualche circostanza, ad assistere alle effusioni di una coppia.

MACACCO – s.m. Macaco. «Fâ ballâ o macacco», «far ballare il macaco»: masturbare un uomo. V. anche Marionetto.

PARPAGGIÊUA – s.f. Parpagliola: antica moneta da due soldi. Figuratamente, vulva.

SPOSAGGE . s.f.pl. – I confetti nuziali (v. Çinque).

TOFFANÏA – s.f. Tafferia: piatto grande di legno per uso di cucina. Figuratamente, cappello femminile vistoso, ma anche deretano molto prominente.

VERDE – agg. Verde. «Fâ o verde», «fare il verde»: ci si riferisce a un curioso gioco diffuso tra fidanzati liguri sino all’inizio del nostro secolo, e che pare sussista ancora in qual che paese, specie dell’entroterra chiavarese. Nel mese di maggio la coppia si scambiava una o più foglie di bosso, custodendole poi gelosamente, giacché uno dei due innamorati poteva chiedere all’improvviso: «Fêua o verde!», «Fuori il verde». Se non si era in grado di obbedire all’ingiunzione, si dovevano subire rimproveri di scarso amore, ma anche il pagamento d’un pegno precedentemente fissato. A volte si avevano vere e proprie tragicommedie, quando uno dei giovani – fedifrago custode di più foglie – si confondeva nell’esibizione.

 

Se mia madre mi facesse a pezzi nessuno mi verrebbe a cercare

Marta Prunotto in “Se mia madre mi facesse a pezzi” - Foto Jevo

Marta Prunotto, al suo debutto sulle scene, lascia senza respiro gli spettatori alla prima nazionale al Teatro della Tosse

I suoi gesti iniziali sono al ralenti e ricchi, sin da subito, di tensione narrativa, sul palco del Teatro della Tosse.

Marta Prunotto, la sera del 5 febbraio 2019 (e poi nelle due repliche del giorno successivo, tutte ugualmente sold out), debutta nella prima nazionale dell’opera Se mia madre mi facesse a pezzi nessuno mi verrebbe a cercare.

Si tratta di un monologo di un’ora e quaranta senza intervalli, che lascia senza respiro lo spettatore, lo trascina dal primo all’ultimo minuto e lo fa precipitare in un vortice magnetico e affabulatorio, creato dall’unico personaggio sulla scena.

L’adattamento teatrale, tratto dal romanzo pluripremiato del 2011, Et au pire, on se mariera (E nel peggiore dei casi, ci sposeremo), della scrittrice franco-canadese Sophie Bienvenu, è opera di Elena Dragonetti, cui si deve anche l’encomiabile regia.

Marta Prunotto non è un’attrice professionista ed è stata scelta per questo, per interpretare senza particolari condizionamenti pregressi il ruolo di un’adolescente di 13 anni, Aïcha Saint-Pierre, nata e cresciuta nella periferia desolata di Montréal (“Qui, in questo quartiere di merda, quando è la fine del mondo, muori davvero… Se potessero salvare il mondo dalla catastrofe, mi farebbe strano che andassero a salvare proprio i poveri, i froci, le puttane e i drogati”).

Marta Prunotto in “Se mia madre mi facesse a pezzi” – Foto Jevo

Attraverso il suo sguardo il pubblico (ri)vive i luoghi, i personaggi e le situazioni che animano il suo mondo e il suo immaginario. Nel contraddirsi continuo della protagonista si dipana così un racconto sempre più noir, tra dichiarazioni spontanee false e veritiere rivelazioni. La ragazza sviscera la sua vita (“tredici anni di merda… tanto, tantissimo tempo”), i suoi pensieri e la sua disperata ricerca di amore davanti a una sconosciuta, un’assistente sociale – seduta a una scrivania in fondo alla sala, senza proferire mai parola (la regista stessa) –, probabilmente in uno scarno commissariato di polizia.

Il linguaggio di Aïcha è ricco di forme slang, intercalari sgradevoli, locuzioni da subcultura urbana, frasi schiette, descrizioni dettagliate di esperienze sessuali (vere o immaginate) e termini taglienti, tipici dell’età e dell’ambiente, che la giovanissima interprete riesce a restituire in maniera assai credibile, grazie anche all’accurato lavoro di traduzione di Sonia Fenoglio e Anna Giaufret, avvenuto per l’occasione.

Marta Prunotto appare disinvolta nella parte, in grado di trasformare voce, espressione e gestualità su diversi registri. È fresca e vivace, incarna mirabilmente il suo personaggio concitato, dall’identità irregolare, che si perde in mille storie parallele, parlando a tratti anche in maniera molto veloce, come è caratteristico dei ragazzi.

In questa pièce pare avvenire una trasmigrazione riuscita, che porta Marta a diventare davvero Aïcha, prestando alla ragazzina la sua esuberanza fisica; la verità del suo corpo adolescenziale; la sua potente espressione, che rende perfettamente l’ansia della crescita a tutti i costi, senza modelli di riferimento, circondata da adulti che la dilaniano; la rabbia covata contro la mamma (“ora mi fa pagare tutte le stronzate che ha dovuto sopportare, ora mi soffoca. E quando sono morta, per nascondere il corpo, mi fa a pezzi e mi ficca nelle piante di pomodori… E sai qual è la cosa peggiore? Che nessuno mi cercherebbe, se mia madre mi facesse a pezzi”), perché – in una lettura ingenua, quanto distorta, della vicenda – la avrebbe privata dell’adorato patrigno, Hakim; l’amore a prima vista per un giovane con più del doppio dei suoi anni, Sebastien, chiamato Baz, che vorrebbe aiutarla e proteggerla, ma che lei fraintende.

Il tavolino dell’assistente sociale in “Se mia madre mi facesse a pezzi” – Foto Linda Kaiser

Il bellissimo e interessantissimo testo si presta a molteplici livelli di lettura e lascia libero campo alle interpretazioni. I sentimenti stessi “agiscono” in un range esteso di sfumature: sono dichiarati e rinnegati, poi ripresi e difesi. Il pubblico viene confuso dalla stessa Aïcha e reso sempre più incerto del confine tra la realtà e la fantasia, mentre la segue nel suo eloquio apparentemente sconnesso, come un fiume in piena, nelle sue relazioni disgregate e nelle sue impazienti illusioni.

Ci sono passaggi notevoli, come quelli in cui si parla del cielo privo di stelle di Montréal o della torta al cioccolato di Hitler. Da un lato, si rimane intrappolati nelle situazioni ad alto quoziente di drammaticità, rievocate dalla ragazzina come sequenze filmiche (memoria di quello che le facevano vedere da piccola, al posto dei cartoni animati), ma dall’altro lato basta una battuta gettata lì, in una riflessione tra sé e sé, o qualche termine specifico usato in un suo commento (dice, ad esempio, di un certo oggetto che è “cagato dagli dei”) per abbassare la tensione: il pathos, allora, si ristabilizza e il sorriso amaro strappato allo spettatore consente passaggi narrativi particolarmente fluidi.

La sceneggiatura utilizza tre piani diversi, ovvero tre spazi di narrazione, dai quali Aïcha entra ed esce: sotto una luce chiara, da interrogatorio poliziesco, si svolge la realtà presente; dietro a un velo di tulle appaiono come “inscatolati” e filtrati i ricordi e i sogni, dove un divano rosso diventa simbolo del proibito, con i suoi risvolti psicanalitici; il passaggio al di qua del velo, con la ghiaia da calpestare (dolorosamente?), è il luogo del discomfort, il terreno di combattimento con la madre durante il litigio, la strada di notte, il percorso di Aïcha quando va da Baz e trova la porta chiusa, il principio del cortocircuito individuale, il punto dello “svelamento” finale.

Chi legge il romanzo originale, o vede il film omonimo del 2017 diretto dalla regista svizzera Léa Pool o, meglio, guarda questo spettacolo teatrale, così vero e vibrante, può sicuramente avvertire come paradigmatica la storia di un’adolescente che ruota intorno a una vana ricerca di colmare un vuoto. Alla periferia urbana corrisponde in Aïcha la deriva umana e lei rappresenta la vulnerabilità, il grido inascoltato, la ferita aperta, la tragedia incombente e straziante.

L’autrice, Sophie Bienvenu, non ama molto il bianco e il nero. Dichiara che aveva voglia di raccontare una storia in cui si vanno a toccare le “zone grigie”: “Non volevo scioccare”, rivela, “ma volevo disturbare, quello sì”. E Marta Prunotto anche ci riesce benissimo: nel ralenti finale – che chiude il cerchio –, lascia tutti a bocca aperta, stomaco chiuso, cuore stretto e occhi umidi.

Linda Kaiser

L’intervista alla regista, Elena Dragonetti e all’interprete del monologo, Marta Prunotto

Marta Prunotto ed Elena Dragonetti, dopo la prima di “Se mia madre mi facesse a pezzi” – Foto Linda Kaiser

Tunisino ruba di tutto in una casa, la Polizia lo blocca

Ladri nascosti in un armadio arrestati dalla polizia
Furto in casa (foto di repertorio)

Un 32enne tunisino ieri è stato arrestato dalla polizia per furto in abitazione in Salita Superiore di Santa Tecla.

La proprietaria ha notato lo straniero entrare nella dependance della propria casa e ha chiamato la polizia, che è intervenuta in brevissimo tempo.

Gli agenti della volante hanno visto dalla finestra il ladro, che nel frattempo si era chiuso a chiave dentro l’immobile, rovistare in cassetti e armadi e infilare oggetti nelle tasche.

Solo dopo diversi tentativi di mediazione, il 32enne ha aperto la porta e si è arreso ai poliziotti, che hanno recuperato dalle tasche un bracciale, un anello, circa 35 euro in monete e una dentiera, tutti oggetti che la proprietaria ha riconosciuto come suoi.

Il nordafricano ha diversi precedenti per reati contro il patrimonio e non è mai stato rimpatriato.

 

Fabio Andolfi fa volare la Racing for Genova Team alla Ronde Val Merula

La Skoda Fabia di Andolfi - Scattolin vincitori nel 2019 (ph N. Rettagliati)

E’ iniziata con un successo assoluto la stagione 2019 della scuderia Racing for Genova Team: ad Andora, infatti, il savonese Fabio Andolfi – al via con la Skoda Fabia R5 fornitagli dalla locale RSsport e con Simone Scattolin alle note – si è aggiudicato la 6^ edizione della Ronde Val Merula. Il giovane portacolori del sodalizio genovese – al suo primo successo assoluto in Italia dopo quello conseguito al Rallye National de l’Escarène 2015 – si è imposto in due delle quattro prove speciali previste ed ha dominato la gara sin da dopo il secondo tratto cronometrato, regolando alla fine due avversari quotati quali Giandomenico Basso e Stefano Albertini.

Nella “top ten” finale della gara savonese si è inserita con merito all’ottavo posto una delle altre due vetture R5 “griffate” Racing for Genova Team al via, la Ford Fiesta del Team D’Ambra dei giovani Michele Guastavino e Laura Bottini, che hanno interpretato bene l’impegno malgrado qualche problema dovuto alla scelta degli pneumatici. Solo quindicesima, invece, la Fabia, fornita dalla Pool Racing, in lizza con Maurizio Rossi e Marta De Paoli: gara accorta, quella del manager genovese, impegnato ad inviare le fasi della Ronde direttamente dall’abitacolo alla diretta televisiva su Primocanale.

Tre i successi di classe conquistati ad Andora dalla Racing for Genova Team, premiata sul palco quale migliore scuderia. A quello di Fabio Andolfi vanno aggiunti, infatti, anche quelli conquistati dai genovesi Fabrizio Carabetta e Oreste Manzi, con la Honda Civic Type R della GrwAuto di Pier Paolo Grassano, ventiseiesimi assoluti e primi di gruppo Racing Start Plus dopo una gara tutta da incorniciare, e dai levantini Andrea Peirano e Giorgia Lecca, brillanti primi in A5 con la loro Peugeot 106 1400 e bravi a portare in fondo una vettura con leva del cambio e supporti volante danneggiati.

Non ha tradito le aspettative il neo equipaggio della Racing for Genova Team formato dai coniugi chiavaresi Lorenzo Mottola e Romina Mazzino, alla fine buoni secondi in classe N3 con la loro Renault Clio RS. Problemi di gomme non hanno consentito agli imperiesi Luca Fidale e Franco Revelli (Renault Clio Williams) di andare oltre il sesto posto in classe A7 mentre i levantini Paolo Garibaldi – Nicolò Franca (Peugeot 106 1400), per tutta la gara in sofferenza per la pompa della benzina, hanno chiuso secondi in N1.

Savona-Milano City 1-2, ko interno al Bacigalupo

Il Savona perde al Bacigalupo con il Milano City per 2-1.

I biancoblù partono bene e trovano al 12′ la rete del vantaggio: Cambiaso crossa dalla destra per Virdis che si fa trovare pronto all’appuntamento con il gol. Pochi minuti dopo, il savona chiede a gran voce un rigore per fallo di mano in piena area su lancio di Torelli.

Al 23′ la squadra ospite pareggia i conti con Speziale che raccoglie un cross dalla destra. Al 28′ il Savona reclama nuovamente un penalty per un’evidente spinta su Virdis in area di rigore. Al 40′ i biancoblù effettuano una sostituzione: esce l’infortunato Grani al suo posto Miele, con Bacigalupo che scala terzino. Finisce così la prima fase di gioco.

Nella ripresa mister Grandoni spende subito il secondo cambio: entra Aretuso per Muzzi. Ma è la squadra ospite che spinge sull’accelleratore e al 2′ colpisce una traversa con Kerroumi. Al quarto d’ora il Milano City segna la rete del raddoppio: Pereira Neto è bravo a incunearsi sulla fascia destra e batte Fiory con un diagonale preciso. Al 30′ il colpo di testa del neo entrato Tonani , a 1 metro dalla porta, colpisce la traversa; il Savona cerca inistentemente la via del gol e al 39′ il tentativo di Guarco viene salvato sulla linea dalla difesa avversaria. Nei minuti finali Aretuso calcia a botta sicura ma la palla finisce fuori di poco.

Ora testa subito alla prossima partita che si giocherà in casa della capolista Lecco.

A 66 anni travolta da bus in via V Maggio: assolto autista Amt. Incidente mortale nel 2016

Bus Amt (foto d'archivio)

I giudici del Tribunale di Genova oggi hanno assolto in primo grado l’autista del bus della linea 15 che nell’ottobre 2016 urtò la 66enne Iolanda Salerno, in via V Maggio, all’altezza dell’ospedale Gaslini di Quarto.

La pensionata era morta subito dopo l’arrivo al pronto soccorso per le gravi ferite riportate.

In sostanza, i magistrati hanno accolto la tesi della difesa. Ossia che il conducente del bus Amt non avesse avuto il tempo nemmeno di frenare visto che la donna aveva attraversato, di corsa, da sinistra verso destra.

La 66enne era stata urtata dal mezzo pubblico ed era caduta a terra. Poi era stata travolta anche da un’auto che procedeva in senso opposto.

Alla lettura del dispositivo della sentenza, i parenti in aula hanno urlato “assassino” nei confronti del dipendente Amt.

Per riportare la calma sono dovuti intervenire i carabinieri di servizio a Palazzo di Giustizia.