Home Blog Pagina 5558

Genova non la ferma nessuno: venerdì varo altra campata 50 metri nuovo ponte

Nuovo Ponte di Genova e Marco Bucci (foto fb)

Cominceranno venerdì, per concludersi sabato, le operazioni di varo dell’altra campata da 50 metri, tra le pile 17 e 18, del nuovo Ponte di Genova.

Lo ha annunciato stasera il sindaco di Genova e commissario per la ricostruzione del viadotto sul Polcevera Marco Bucci.

“Inoltre – ha spiegato Bucci – sono state completate tutte le installazioni dei carter laterali. Pertanto, in questo momento la struttura del ponte si può vedere davvero in continuità per diverse campate”.

Per avere tutti gli impalcati in linea manca un centinaio di metri.

“Siamo dentro ai tempi che ci eravamo prefissati – ha aggiunto il sindaco – tra il 25 e il 26 aprile contiamo di far vedere tutto il viadotto in quota.

Poi si passerà alla soletta e all’asfaltatura.

Oggi è installata in cantiere la prima gru che sarà utilizzata per la gettata di calcestruzzo, dopodiché ci sarà l’asfaltatura e la rifinitura con tutte le opere accessorie”.

 

Salvatore al suo Governo: controlli su aziende che riaprono? Ci vogliono aiuti, non punizioni

Beppe Grillo e la capogruppo regionale del M5S Alice Salvatore (foto d'archivio)

“L’emergenza del coronavirus ha messo le aziende italiane in ginocchio. Locali chiusi, attività completamente ferme, saracinesche abbassate. E danni incalcolabili”.

Lo ha dichiarato oggi la capogruppo regionale Alice Salvatore (M5S) che poi ha commentato così la nuova circolare del Ministero dell’Interno sulla fase 2 dell’emergenza coronavirus, che prevede controlli a tappeto, multe e sanzioni salate per piccole, medie e grandi imprese che non osserveranno dettagliatamente le regole.

In sostanza, i prefetti sul territorio dovranno inviare Guardia di Finanza, Asl e ispettori del lavoro nelle aziende che proveranno a riaprire.

“Il Governo – ha aggiunto – sta attualmente consentendo una graduale riapertura con la precisa indicazione di mantenere le norme igieniche di sicurezza: il distanziamento tra le persone e i dispositivi di protezione come guanti e mascherine.

Se da un lato è fondamentale che le attività riaprano, e però altrettanto importante che ripartano in modo da non mettere a rischio la sicurezza dei cittadini e rischiare una nuova ondata di contagi.

Il Ministero ha appena annunciato, proprio per verificare che la riapertura avvenga in sicurezza, di essere pronto a scatenare sul territorio Finanza, ASL e ispettori del lavoro per controllare ogni azienda e ogni attività.

Ma quale sarebbe il loro compito? Multare, sanzionare?

Le aziende che hanno subìto un danno devastante e stanno faticosamente riprendo fra mille difficoltà e con la legittima paura di un contagio ancora possibile, non devono essere investite da ondate di controlli, multe e ulteriori conti da pagare.

Le forze dell’ordine e gli organismi di controllo dovrebbero più che altro avere una funzione di aiuto, di supporto, di attività consultiva. Per spiegare alle aziende come mantenere alto il livello di sicurezza.

Non abbiamo certo bisogno di milioni di multe, chiusure e denunce, ma di un’attività capillare formativa per istruire imprenditori e i negozianti su come comportarsi.

Per questo motivo, almeno in Regione Liguria, io e il mio team seguiremo personalmente questa situazione per capire quale sarà l’attività delle Forze dell’ordine e degli organismi di controllo.

I cittadini, gli imprenditori, i negozianti e i dipendenti hanno bisogno di aiuto, non di punizioni”.

S. Martino, cocaina e mannite in casa: 41 enne genovese denunciato

Bordighera, diciottenne con cocaina: arrestato dai carabinieri
Cocaina (foto di repertorio)

Ieri pomeriggio i carabinieri della compagnia di Ge- San Martino, al termine di una perquisizione nell’abitazione di un genovese di 41 anni, gravato da pregiudizi di polizia, hanno trovato 2 grammi  di “cocaina” già suddivisa in dosi, 65 grammi di sostanza da taglio del tipo “mannite” e un bilancino di precisione.

Pertanto, il 41 enne è stato denunciato in stato di libertà per “detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti”.

Droga, mannite e bilancino sequestrati.

 

Gambino: arrivate 70mila mascherine. Acquistate dal Comune e destinate ai dipendenti

Comune di Genova, consigliere delegato alla Protezione civile Antonino Sergio Gambino (FdI)

“Sono arrivate oggi a Genova dalla Cina 70.000 mascherine chirurgiche e 5.000 di tipologia FFP2 (dotate di filtro e promosse e consigliate dall’Organizzazione mondiale della sanità).

Questo primo carico di materiale sanitario, acquistato dalla civica amministrazione, verrà destinato a tutti i suoi dipendenti che non possono usufruire del telelavoro nello svolgere i loro servizi essenziali”.

Lo hanno annunciato oggi i responsbaili del Comune di Genova.

“I dispositivi di protezione individuale – hanno spiegato – serviranno anche a coprire le esigenza delle aziende partecipate e, in particolare a chi lavora nei trasporti, nella raccolta rifiuti, nella Polizia locale e nella Protezione civile, oltre che ai volontari impegnati in molti servizi, tra i quali la consegna della spesa a domicilio.

La distribuzione verrà gestita e coordinata dalla Protezione civile del Comune di Genova”.

“Siamo molto contenti – ha aggiunto il consigliere delegato alla Protezione civile Sergio Gambino (FdI) –  per l’arrivo di questo primo carico di Dpi acquistato dalla Protezione civile del Comune di Genova, che ci dà un po’ di respiro per quanto riguarda il fabbisogno delle nostre partecipate e dei nostri impiegati comunali per far sì che si possa lavorare in sicurezza garantendo i servizi ai nostri cittadini.

Ringrazio i dipendenti comunali che, in un momento così difficile, stanno lavorando con grande generosità: per noi è prioritario garantire che possano farlo in completa sicurezza e serenità rispetto alla tutela della propria salute”.

 

Liguria, ordinanza specifica per Rsa. Toti e Viale: mascherine da Governo insufficienti

Anziani (foto di repertorio)

“Proseguire le azioni di Regione e Alisa al fianco delle strutture per preservare e mantenere ‘Covid free’ le strutture non colpite fino ad oggi dal coronavirus e, al contempo, mitigare il contagio in quelle contaminate attraverso una serie di azioni mirate di verifica e supporto, coordinate da Alisa. Questo l’obiettivo dell’ordinanza firmata oggi dal presidente della Regione Liguria Giovanni Toti sulle Rsa private che ospitano anziani”.

Lo hanno riferito stasera i responsabili di Regione Liguria.

“In base a quanto previsto dall’ordinanza – hanno aggiunto – Alisa provvederà a costituire nuclei di infermieri opportunamente formati – un nucleo opererà nel levante ligure, uno nell’area metropolitana e uno nel ponente – che effettueranno azioni di ‘audit’, ovvero di verifica nelle strutture, coordinate dalle singole Asl. Su indicazione di Alisa, le Asl forniscono anche personale competente per potenziare gli organici”.

“Oggi circa il 60% delle Rsa è riuscita ad evitare l’ingresso del virus – hanno spiegato Toti e l’assessora alla Sanità Sonia Viale – o comunque a circoscrivere i casi sospetti in modo efficace.

La mancanza di dispositivi di protezione individuale, che ancora oggi arrivano a singhiozzo dal Governo, ha costituito una criticità fin dall’inizio della pandemia.

Per questo ci siamo rimboccati le maniche e li abbiamo acquistati direttamente sul mercato, inserendo le Rsa nel nostro circuito di distribuzione”.

L’assessore Viale ha quindi ricordato che “già da febbraio, in assenza di disposizioni nazionali, Alisa ha vietato le visite di conforto e limitato gli accessi. Inoltre ha rigorosamente disciplinato le ammissioni anche dagli ospedali.

Nel frattempo è stata costituita Alisa una task force dedicata alle Rsa avviando, con la supervisione del professor Palummeri, una mappatura delle criticità per poter implementare in modo mirato le azioni già messe in campo.

L’ordinanza di oggi va nella stessa direzione, con l’avvio di azioni di ‘audit’, ovvero di verifica per mettere in campo rapidamente interventi mirati ed efficaci.

In questo contesto, i test sierologici, che la nostra Regione ha avviato tra le prime, potranno costituire un ulteriore supporto.

Entro pochi giorni concluderemo quelli avviati tutti gli ospiti ed il personale delle residenze per anziani per poi estenderli anche alle strutture per le persone disabili o con problematiche psichiatriche.

Nel frattempo, sono arrivati 13 medici e 5 infermieri inviati dal Dipartimento nazionale di Protezione civile e, nella Asl1, 9 infermieri dell’Esercito e domani arriveranno altri 8 medici: li ringraziamo ma siamo consapevoli che non bastano perché la nostra necessità è di 30 medici, 100 infermieri e 130 oss”.

Ieri intanto è proseguita la distribuzione alle Rsa liguri circa 26.600 mascherine Ffp2, circa 37mila chirurgiche, oltre 22mila mascherine monostrato e anche un migliaio di camici.

 

Berrino: Governo ci ripensa, ma risorse cassa integrazione per i liguri ancora insufficienti

Assessore regionale Gianni Berrino (FdI)

“Questa mattina il ministro Catalfo ha provveduto ad inviare alla Commissione lavoro una nuova ipotesi di ripartizione dei fondi, diversa da quella a cui nei giorni scorsi mi sono opposto, che riporta la percentuale per la Regione Liguria al 2.48% e fa scendere la propria riserva per le aziende plurilocalizzate a circa 200 milioni di euro. Un’ulteriore prededuzione è stata prevista per Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna pari alle risorse utili a sostenere due settimane aggiuntive di cassa integrazione straordinaria. Ciò fa aumentare di qualche milione di euro il riparto a favore della Liguria”.

Lo ha dichiarato oggi l’assessore regionale al Lavoro Gianni Berrino (FdI).

Cassa integrazione: da Governo 13 milioni in meno, fondi insufficienti per 64mila liguri

“I nostri rilievi – ha sottolineato Berrino – sono stati dunque utili a una riformulazione del riparto più equa, certamente positiva per quanto non ancora sufficiente.

E’ stato almeno ripristinato un criterio aderente alla realtà, confidiamo dunque che i prossimi provvedimenti possano venire incontro a tutte le esigenze del nostro territorio.

Suggerisco al sottosegretario ligure Traversi di pensare già ora a come fare affinché il Governo trovi risorse ulteriori per assicurare la cassa a tutti i lavoratori della sua terra, a tutti quelli che ancora oggi non hanno certezze di averla”.

La Liguria non aveva dato alcun parere favorevole al riparto differente da quello della prima tranche che prevedeva per la nostra regione il 2.48% di 3,2 miliardi di euro pari a circa 82 milioni complessivi, pur riconoscendo che per decreto la Lombardia, il Veneto e l’Emilia Romagna erano state chiuse 3 settimane prima del resto d’Italia.

In commissione non avevamo neppure concordato che la prededuzione per le aziende plurilocalizzate salisse a 400 milioni di euro rispetto ai 120 inizialmente previsti.

Questo ho spiegato ieri in una cordiale telefonata con il Ministro Catalfo, che ho ringraziato per l’attenzione che presta alle regioni in questo momento.

La cifra totale continua a rimanere insufficiente a sodisfare tutte le richieste anche per le previste 9 settimane del decreto di marzo e pertanto chiedo nuovamente al Ministro un suo impegno per fare inserire nuovi fondi per la cassa in deroga nel futuro decreto.

Regione Liguria, mio tramite, ha anche chiesto di poter utilizzare i 16 milioni di euro di residui della cassa degli anni addietro al fine di poter continuare ad ammettere tutte le richieste che l’assessorato giornalmente riceve”.

 

Fase 2 e riaperture, Cisl: ci vogliono regole chiare e applicate da tutti

Sanità: botta e risposta tra Cisl e Gratarola su case e ospedali di comunità
Luca Maestripieri (Cisl)

“La strada per la ripresa graduale e ragionata delle attività passa da accordi aziendali tra sindacato e imprese e da misure di sicurezza severe e puntuali finanziate sia dal Governo sia dalla Regione. In questa partita non c’è chi spinge e chi frena. Ce lo siamo detto oggi, sia al tavolo tra sindacati e Regione sia a quello allargato alle associazioni datoriali e alla Camera di Commercio: tutti vogliamo andare avanti, ma solo a patto di farlo nella massima tutela della salute”.

Lo ha riferito stasera Luca Maestripieri, segretario generale di Cisl Liguria al termine degli incontri con Toti e Viale.

Fase 2, Toti: Liguria avanti su linee guida da tenere per riaperture attività

“Crediamo – ha aggiunto Maestripieri – sia importante, progettando la cosiddetta fase 2, che ci siano regole chiare e ineludibili che debbano essere applicate da tutti.

Il problema di oggi è: come ci arriviamo alla fase 2?

Non si dovrà lasciare nulla al caso. Bisogna organizzare con anticipo ogni passo, pensare anche a rinforzare i potenziali punti di debolezza di tutte le aziende a partire da quelle più piccole e non farci trovare impreparati come ci siamo fatti cogliere dall’emergenza sanitaria.

Vanno regolati tutti gli aspetti anche minimi del lavoro. Penso, ad esempio, ai piccoli cantieri edili negli appartamenti i cui dipendenti una volta scendevano al bar, che nella fase 2 troveranno chiuso, per andare ai servizi o per mangiare un panino a pranzo, ma anche negli spostamenti.

Non è possibile pensare, ad esempio, a un servizio di trasporto pubblico molto ridotto come è adesso e a bus stracolmi. Bisognerà prevedere personale che agevoli la salita ed eviti l’affollamento.

Non è pensabile riprendere le attività lasciando al caso qualsivoglia aspetto della sicurezza. Serve una pianificazione che va fatta ora per non arrivare in ritardo all’appuntamento che ancora non sappiamo quando sarà.

Il ruolo della Regione dovrà essere quello di traguardare misure in grado di rilanciare i cantieri, i trasporti, il turismo, l’industria, il commercio e ogni altro settore attraverso un confronto efficace con noi, sfruttando con intelligenza i fondi Ue e quelli statali in aggiunta a risorse proprie, per far ripartire la macchina Liguria.

Bene il tavolo tecnico se sarà una forgia in grado di produrre idee e strumenti per affrontare le nuove fasi, a patto che non diventi assemblearismo oceanico e universale.

Si dica, poi, chi finanzierà questa sicurezza che per essere realmente praticata avrà un costo, e ci venga anche detto quali risorse umane, economiche e finanziarie si è disposti a impegnare.

La pietra miliare resta sempre il protocollo nazionale tra Governo, parti sociali e associazioni datoriali che ci offre strumenti importanti da attuare azienda per azienda.

Durante e dopo questa crisi gli accordi tra sindacato e realtà produttive dovranno pesare molto più di prima. Se ne vogliamo uscire tutti insieme serve un rinnovato patto tra mondo del lavoro e mondo delle imprese che diventi il vero punto di forza per la ripresa”.

 

Fase 2, Toti: Liguria avanti su linee guida da tenere per riaperture attività

Governatore Giovanni Toti e vicepresidente regionale Sonia Viale (foto d'archivio)

“È necessaria una struttura tecnica regionale che affianchi i decisori per delineare le linee guida e i comportamenti corretti, spesso del tutto inediti, per affrontare la fase 2 dell’emergenza coronavirus. Il gruppo di lavoro metterà insieme i rappresentanti delle categorie produttive e delle diverse realtà sul territorio, il mondo economico e quello accademico per costruire, partendo da solide basi scientifiche, un percorso che consenta di contemperare ripartenza del Paese e tutela della salute dei cittadini, tenendo ovviamente conto delle specificità del territorio ligure dal punto di vista economico”.

Lo ha riferito stasera il governatore ligure Giovanni Toti.

Alla riunione di oggi hanno partecipato la vicepresidente e assessora alla Sanità Sonia Viale, i professori Matteo Bassetti del San Martino e Filippo Ansaldi di Alisa, il commissario straordinario di Alisa Walter Locatelli, i rappresentanti di categorie economiche, sindacati, ordini professionali, autorità portuali e associazioni di categoria.

“I punti su cui lavorare – ha aggiunto Toti – sono innanzitutto le regole per il contenimento dell’epidemia applicate alla vita sociale, che verranno elaborate dal nostro tavolo tecnico.

Sarà necessario poi individuare delle aziende pilota che ci permettano di effettuare degli esperimenti (ad esempio sugli screening e sul mantenimento delle distanze), realtà produttive che ci permettano di testare queste linee guida.

Poi c’è il capitolo della necessaria formazione professionale: dobbiamo usare questo mese per formare lavoratori sui comportamenti da applicare nelle varie tipologie di occupazione.

Infine, stiamo lavorando per rimodulare tutte le giacenze dei bandi Fse e Fesr per avviare dei bandi per sostenere le imprese nell’acquisto delle dotazioni e delle strumentazioni necessarie, sempre su basi scientifiche.

È necessario fare in fretta. Questo confronto deve dare risposte entro il 4 maggio, perché è impensabile farci trovare impreparati e ritrovarci a inseguire.

Ogni allargamento delle maglie, ogni maggiore quota di libertà devono essere controbilanciati da comportamenti sempre più virtuosi per contenere la diffusione del virus e, di conseguenza, occorre continuare ad assicurare come abbiamo sempre fatto le cure a tutti, senza mettere ulteriore pressione a un sistema sanitario che fin qui ha dato prova di grande capacità di adattamento e che ha retto un urto importante.

È necessario quindi strutturare una serie di comportamenti e accorgimenti per contemperare tutte le esigenze e arrivare alla fase 2 assolutamente preparati, permettendo così di riaprire le attività economiche e dare ossigeno al Pil”.

 

“Se andiamo verso la riapertura – conclude Toti – dobbiamo prendere in considerazione tutti gli aspetti della vita, tutti i comportamenti che dovranno tenere conto delle nuove condizioni che si sono venute a creare. Nessuno ha ancora affrontato in modo coerente la grande quantità di comportamenti socioeconomici che dovremo mettere in pratica, sono necessari gruppi di lavoro divisi per settore, per dare indicazioni operative chiare”.

Ore 18, in Liguria 14 morti: incremento dimezzato. Nuovi casi 38: due terzi in meno di ieri

Coronavirus (foto repertorio fb)

Sono 807 i deceduti dall’inizio dell’emergenza in Liguria, 14 in più rispetto a ieri.

Sono 4520 le persone positive al Covid-19 accertate finora, 38 in più rispetto a ieri.

Sono 25.793 i test effettuati finora, 1347 in più rispetto a ieri.

I dati sono stati forniti poco prima delle 18 di oggi dai responsabili di Regione Liguria.

Ore 18, in Liguria 33 morti: incremento triplicato (793). Nuovi casi 127: raddoppiato (4482)

Inoltre, risultano al domicilio 2383 persone (19 in più di ieri), clinicamente guariti (ma restano positivi e sono al domicilio) 1058 persone (40 in più di ieri).

I guariti con 2 test consecutivi negativi sono 607 (76 in più di ieri).

Secondo i dati relativi ai flussi tra Alisa e Ministero “dei positivi totali, 1079 sono gli ospedalizzati (21 meno di ieri), di cui 120 in terapia intensiva (13 meno di ieri), così suddivisi:

•           Asl 1 – 168 (di cui 18 in terapia intensiva)

•           Asl 2 – 142 (di cui 14 in terapia intensiva)

•           San Martino – 259 (di cui 30 in terapia intensiva)

•           Evangelico – 57 (di cui 5 in terapia intensiva)

•           Ospedale Galliera – 134 (di cui 13 in terapia intensiva)

•           Gaslini – 5

•           Asl 3 Villa Scassi – 161 (di cui 19 in terapia intensiva)

•           Asl 3 Gallino Pontedecimo – 4

•           Asl 3 Micone – 0

•           Asl 4 – 49 (di cui 6 in terapia intensiva)

•           Asl 5 – 100 (di cui 15 in terapia intensiva).

Le persone positive divise per provincia sono:

•           Genova – 2655

•           Savona – 536

•           Imperia – 845

•           La Spezia – 484.

Le persone in sorveglianza attiva sono 3182, così suddivise:

•           Asl 1 – 738

•           Asl 2 – 830

•           Asl 3 – 668

•           Asl 4 – 365

•           Asl 5 – 366”.

 

Ore 18, in Italia 578 morti (21.465): incremento in calo. Nuovi casi 1127: raddoppiato (165.155)

Sede Protezione civile a Roma (foto di repertorio)

Sono 21.645 i morti con coronavirus in Italia, con un aumento rispetto a ieri di 578. Martedì l’incremento era stato di 602.

Sono complessivamente 105.418 i positivi accertati finora e malati di coronavirus, con un aumento di 1.127 rispetto a ieri. Martedì l’incremento era stato di 675.

Sono 38.092 li positivi accertati finora e guariti dopo avere contratto il coronavirus, con aumento rispetto a ieri di 962. Ieri l’incremento era stato di 1.695.

Il numero dei contagiati totali dal coronavirus (compresi morti, malati e guariti) ha toccato quota 165.155, con un incremento rispetto a ieri di 2.667.

I dati sono stati comunicati intorno alle 18 di oggi dai responsabili della Protezione civile a Roma.

Ore 18, in Italia 602 morti: incremento in rialzo (21.067). Nuovi casi 675: dimezzato (162.488)

Dai dati della Protezione civile è emerso anche che sono 32.921 i malati in Lombardia (558 in più rispetto a ieri), 13.577 in Emilia-Romagna (-201), 13.195 in Piemonte (+140), 10.789 in Veneto (+53), 6.417 in Toscana (+65), 3.464 in Liguria (-2), 3.097 nelle Marche (+2), 4.047 nel Lazio (+25), 3.087 in Campania (-7), 2.104 a Trento (+22), 2.573 in Puglia (+21), 1.394 in Friuli Venezia Giulia (+495), 2.081 in Sicilia (+10), 1.810 in Abruzzo (+10), 1.576 nella provincia di Bolzano (+12), 582 in Umbria (-40), 870 in Sardegna (-30), 819 in Calabria (+3), 548 in Valle d’Aosta (-11), 261 in Basilicata (-4), 206 in Molise (+6). Quanto alle vittime, se ne registrano 11.377 in Lombardia (+235), 2.788 in Emilia-Romagna (+83), 2.015 in Piemonte (+88), 940 in Veneto (+34), 556 in Toscana (+18), 807 in Liguria (+14), 746 nelle Marche (+18), 311 nel Lazio (+11), 278 in Campania (+18), 318 nella provincia di Trento (+8), 288 in Puglia (+10), 212 in Friuli Venezia Giulia (+6), 181 in Sicilia (+6), 240 in Abruzzo (+8), 223 nella provincia di Bolzano (+9), 54 in Umbria (+1), 83 in Sardegna (+3), 71 in Calabria (+3), 121 in Valle d’Aosta (+3), 21 in Basilicata (+2), 15 in Molise (+0). I tamponi complessivi sono 1.117.404, oltre 43mila più di ieri. Degli oltre un milione e centomila tamponi, circa 544mila sono stati effettuati in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto.