Home Cronaca Cronaca La Spezia

La Spezia, sequestrati 14.000 articoli di rubinetteria con falso made in Italy

La Spezia, sequestrati 14.000 articoli di rubinetteria con falso made in Italy
La Spezia, sequestrati 14.000 articoli di rubinetteria con falso made in Italy

Operazione congiunta della Guardia di finanza con l’Agenzia delle Dogane

L’operazione congiunta delle Dogane e del Comando Provinciale della Guardia di Finanza della Spezia ha portato al sequestro di oltre 14.000 articoli di rubinetteria con un falso “Made in Italy”.

L’attività investigativa, condotta congiuntamente dai militari della Guardia di Finanza e dai funzionari del Reparto Antifrode ADM nella Spezia, è scaturita da un’analisi approfondita dei flussi delle merci in entrata.

Questa indagine ha portato al sequestro di una consistente quantità di articoli di rubinetteria, provenienti dalla Cina, ma commercializzati con un’ingannevole indicazione di origine “Made in Italy” da un’azienda con sede in provincia di Brescia.

Questa merce, appartenente a una categoria prestigiosa per i marchi italiani di design, giungeva allo scalo spezzino per poi essere distribuita sul territorio nazionale.

Durante i controlli in fase di importazione, la merce risultava apparentemente conforme, presentandosi in packaging anonimi senza alcuna indicazione di provenienza o con l’erronea indicazione “Made In Cina”, un tentativo chiaro di eludere i controlli doganali.

Le verifiche effettuate dai finanzieri e dai funzionari doganali, insospettiti dalle dichiarazioni di produzione nazionale riportate sul sito web dell’importatore, hanno rivelato un’attività illecita nella fase di commercializzazione degli articoli importati.

Questi venivano messi in vendita con l’indicazione falsa di “Made In Italy”.

Le azioni di Polizia Giudiziaria delegate dall’A.G. bresciana hanno confermato le ipotesi di reato, portando al sequestro presso i magazzini dell’azienda importatrice di migliaia di rubinetti e articoli simili, con un valore di mercato superiore a 1,5 milioni di Euro.

Questi prodotti, originari della Cina, erano etichettati impropriamente come di produzione nazionale, senza subire alcun processo di trasformazione che giustificasse l’indicazione “Made In Italy”.