Ieri mattina, in un’operazione congiunta, gli agenti della Squadra Mobile di Genova e i carabinieri di Arenzano hanno arrestato una romena di 20 anni, ritenuta responsabile di due rapine commesse nel mese di aprile scorso ai danni di due genovesi.
La donna, con vari stratagemmi, li aveva avvicinati e convinti a farsi portare a casa dove poi gli aveva somministrato, con l’inganno, farmaci ipnotici che provocano un immediato assopimento consentendole di asportare soldi e preziosi tra cui un orologio Rolex di elevato valore.
I due distinti episodi di rapina in abitazione sono avvenuti il 15 e il 19 aprile nel capoluogo ligure.
Nel primo episodio, le cui indagini sono state condotte dai carabinieri di Arenzano, un 80enne ha denunciato di essere stato derubato da una giovane di origini dell’Est Europa che lo ha avvicinato per strada e convinto a farsi accompagnare a casa per potersi sfamare, raccontando di trovarsi in difficoltà economiche tali da non potersi permettere un pasto.
Una volta in casa, la malvivente straniera ha convinto il pensionato a bere qualcosa con lei, circostanza nella quale gli ha somministrato il potente farmaco ipnotico, provocandogli il pressoché immediato assopimento e permettendole d’impadronirsi di un’ingente somma di denaro, circa 4.500 euro, e diversi preziosi.
Nel secondo caso, su cui hanno indagato gli agenti della Squadra Mobile, la giovane donna ha avvicinato un 66enne mentre era a passeggio sul lungomare di Corso Italia a Genova, proponendogli un incontro di tipo sessuale al proprio domicilio.
Il 66enne ha acconsentito e l’ha condotta a casa propria dove, dopo un primo approccio, la giovane lo ha convinto a bere una birra, all’interno della quale aveva fraudolentemente inserito il farmaco, provocando l’assopimento della vittima.
Al risveglio l’uomo ha constatato la sparizione del proprio orologio Rolex Gmt Master che indossava al polso.
La giovane malvivente romena è stata individuata attraverso l’analisi dei sistemi di videosorveglianza, e poi identificata grazie alla costante presenza sul territorio degli investigatori dei carabinieri e dei “Falchi” della Squadra Mobile, che hanno identificato un gruppo di donne altamente sospettate di commettere reati della stessa indole.
È stato accertato, nel corso delle indagini, che il farmaco utilizzato per “stordire” le proprie vittime, era lo Zolpidem, un potente ipnotico, appartenente alla classe dei farmaci simil-benzodiazepinici, usato per trattare l’insonnia a breve termine, che veniva disciolto in un liquido e inserito in delle siringhe che la donna romena si portava appresso in modo da essere pronta a versarlo nelle bevande che induceva a consumare alle proprie vittime.
Il farmaco agisce potenziando l’azione del GABA, un neurotrasmettitore inibitorio nel cervello, che aiuta a rallentare l’attività cerebrale, favorire il sonno e provoca, tra l’altro, amnesia anterograda (difficoltà a ricordare eventi recenti), e presenta alti rischi per persone con varie patologie tipiche degli anziani, oltre pericolose interazioni con altri farmaci.